Summit Cina-Ue, niente di fatto sullo yuan
Il governo cinese sottolinea: la rivalutazione si farà, ma gradualmente. E attacca le politiche protezionistiche dei Paesi europei. “Apprezzabile” l’impegno cinese sul clima.

Nanchino (AsiaNews/Agenzie) – Mantenere lo yuan stabile “ha aiutato la Cina e il mondo a mantenere una stabilità di base che ci aiuterà nella ripresa. Ecco perché siamo d’accordo a fare la nostra parte sul fronte valutario, ma con i giusti tempi”. Lo ha detto questa mattina il premier cinese Wen Jiabao, che ha aperto il summit fra Unione Europea e Cina in corso a Nanchino. L’altra grande voce in agenda, il clima, è stata risolta con una generica richiesta da parte di Bruxelles a “fare di più”.

Il primo ministro ha  di fatto respinto le nuove pressioni europee per una rivalutazione dello yuan, sostenendo che queste richieste “non sono corrette. Alcune nazioni, infatti, spingono da una parte per promuovere questa operazione e, dall’altra, adottano misure protezioniste nei confronti del commercio cinese”. In particolare gli Stati Uniti, negli ultimi tempi, hanno cercato di fermare la competitività dei prodotti “Made in China” con una politica di dazi che colpisce l’importazione di acciaio, pneumatici e carta.

Tornando sulla questione, uno dei cavalli di battaglia dell’amministrazione di Hu Jintao, il suo secondo ha aggiunto: “Alla luce delle attuali, complesse condizioni economiche non possiamo permetterci frizioni di alcun genere. Io spero che l’Unione Europea voglia rilassare i suoi controlli sulle esportazioni di prodotti hi-tech che provengono dalla Cina”. Ma le risposte non hanno soddisfatto i rappresentanti europei.

Al momento, il dollaro americano vale 6,83 yuan; l’euro si aggira intorno ai 10. Ed è proprio l’Europa il maggior mercato cinese, che si accaparra il 20% delle esportazioni totali e vanta un enorme deficit commerciale nei rapporti bilaterali. Jean-Claude Juncker, leader dell’Eurogruppo finanziario, ha sostenuto infatti che “una politica valutaria più decisa da parte di Pechino dimostrerebbe la solidità dell’economia cinese”.

L’Unione Europea, ha spiegato, “non propone un cambiamento veloce e drammatico per la politica economica cinese. Ma si aspetta una graduale e ordinata rivalutazione dello yuan”. Insieme a Juncker sono presenti Trichet, capo della Banca centrale europea, e Joaquin Almunia, commissario per gli affari economici e monetari. Per Trichet, “l’economia cinese ha avuto anni di crescita apprezzabile, e ha provato di saper superare le emergenze. Ma ora deve cambiare”.