A un anno dall’arresto, sotto accusa l’autore di Carta 08
Liu Xiaobo, dissidente ed ex professore, è stato arrestato con l’accusa di incitamento alla sovversione dopo la pubblicazione di Carta 08, il documento che chiede alla Cina democrazia, libertà religiosa e diritti umani per salvare lo stesso progresso economico.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – A un anno dal suo arresto, le autorità cinesi sarebbero pronte a incriminare formalmente il noto dissidente cinese Liu Xiaobo. L’arrestato, noto professore universitario, un anno fa, ha presentato al governo, insieme ad altre 300 firme, una petizione pubblica – nota come “Carta 08” – con cui si chiede al Paese di realizzare i desideri di democrazia e libertà presenti nella storia recente della Cina. Il rispetto dei diritti umani – fra cui la libertà religiosa - è mostrata come l’unica via per salvaguardare il progresso economico raggiunto da Pechino e per correggere le devianze dittatoriali, di corruzione e di squilibrio sociale ed ecologico (Cfr. AsiaNews.it, 26/01/2009 Il testo integrale di Carta 08, per i diritti umani in Cina).

Mo Shaoping, il legale di Liu, sostiene che la polizia ha finito le sue indagini e sta per presentarle al procuratore generale.  La mossa riaccenderà l’attenzione su un caso che ha attivato una nuova serie di controlli e arresti verso le voci critiche del Partito unico cinese. Anche alcuni politici occidentali hanno espresso la loro preoccupazione sull’arresto di Liu, 53 anni, noto al regime cinese sin dal 1989: in quell’anno, per sostenere il movimento democratico di piazza Tiananmen, lanciò infatti uno sciopero della fame.

Per quell’azione egli è stato incarcerato per venti mesi, poi condannato a tre anni di reclusione in un campo di “rieducazione attraverso il lavoro”. Nel giugno del 2009 la polizia lo ha arrestato con l’accusa di incitamento alla sovversione, un’accusa generica che il Partito usa per bloccare chi critica l’apparato governativo e le sue politiche.

 “Carta 08” ha ottenuto una vasta eco ed è stata adottata da centinaia di migliaia di persone in Cina e nel mondo.

Ieri Mo ha contattato la stampa per spiegare: “Se il procuratorato conclude che le accuse sono sostenute da delle prove, potrà iniziare la procedura legale”. Nei prossimi 45 giorni, gli avvocati dell’accusa potrebbero decidere anche di rigettare il caso o ordinare nuove indagini. Ma questo, spiega Mo, “non avviene mai nei casi contro i dissidenti. Liu ha poche speranze”.