Vescovi italiani, raccolta straordinaria per le vittime di Haiti
Le offerte raccolte nelle chiese domenica 24 gennaio verranno devolute ai terremotati. La distribuzione verrà effettuata attraverso la Caritas italiana. Solidarietà e aiuti anche dalla Conferenza episcopale coreana. Croce rossa internazionale parla di 50mila vittime. Timori di epidemie e rivolte sociali.
Roma (AsiaNews) – I vescovi italiani hanno indetto una raccolta straordinaria a favore della popolazione di Haiti, segnata dal terremoto del 12 gennaio scorso. Accogliendo l’invito lanciato da papa Benedetto XVI, le offerte raccolte nelle chiese domenica 24 gennaio verranno devolute alle vittime del sisma. Intanto fonti della Croce rossa internazionale parlano di 45/50mila vittime, ma il numero dei morti è destinato a crescere con il passare delle ore anche a causa delle difficoltà incontrate dai soccorritori.
 
In un comunicato diffuso ieri dalla Conferenza episcopale italiana (Cei), i prelati sottolineano che “l’immagine tragedia” che ha colpito la popolazione di Haiti “chiama tutti alla solidarietà per venire incontro ai bisogni più immediati”. Domenica 24 gennaio si terrà una “raccolta straordinaria” in tutte le chiese italiane, le cui offerte verranno inviate alla Caritas italiana.
 
Anche la Chiesa cattolica coreana ha espresso “profondo dispiacere” per le vittime del sisma e ha allestito un team di emergenza per aiutare i sopravvissuti. Il card. Nicholas Cheong Jin-suk, arcivescovo di Seoul, afferma di essere “profondamente scioccato” per il bilancio dei morti. Il porporato ha disposto lo stanziamento di 50mila dollari per le prime necessità. Nel messaggio inviato ai vescovi di Haiti, egli aggiunge che “chiederemo ai fedeli preghiere e donazioni”.  
 
Il devastante terremoto di magnitudo 7 che ha colpito Haiti ha fatto un numero sterminato di vittime. La Croce rossa internazionale parla di almeno 45/50mila morti, basandosi su informazioni che giungono dalla sezione haitiana della Croce rossa e da fonti ufficiali di governo. Ieri il presidente René Préval, il cui palazzo è quasi crollato, aveva parlato di decine di migliaia di decessi; Jean Max Bellerive, premier di Haiti, dubita che “siano inferiori a 100mila”. Altre fonti non ufficiali paventano un numero di vittime superiore alla tragedia dello tsunami, che nel dicembre 2004 ha causato più di 230mila vittime in tutta l’Asia.
 
A più di due giorni dalla catastrofe, pur con diverse squadre di soccorso giunte dall'estero, la speranza di trovare sopravvissuti si affievolisce di ora in ora. Le persone scavano a mani nude fra le macerie e raccolgono quello che trovano. Le difficoltà incontrate dai soccorritori e la mancanza di organizzazione peggiorano una situazione già di per sé critica. Il timore è che possano scoppiare epidemie per le precarie condizioni igienico-sanitarie.
 
Le autorità vogliono impedire episodi di sciacallaggio, la disperazione potrebbe presto trasformarsi in rivolta sociale. “Se non arrivano gli aiuti internazionali, la situazione potrebbe degenerare” afferma una donna, mentre un altro aggiunge: “vogliamo più medici e meno giornalisti”. In diverse zone della capitale Port-au-Prince, i cittadini hanno innalzato barricate per protestare contro il ritardo nei soccorsi e la distribuzione di aiuti.