Scrittrice dissidente processata per teppismo violento
Voleva partecipare a un processo di attivisti democratici, ma è stata impedita da polizia e teppisti. Nelle scorse tre settimane il regime ha processato 16 dissidenti. Il partito si difende da coloro che “sfruttano” democrazia e diritti umani per colpire la “società socialista”.
Hanoi (AsiaNews/Agenzie) – È iniziato stamane il processo contro una giornalista vietnamita e attivista democratica, accusata di violenze e teppismo. In tre mesi, e prima del Congresso del Partito, il governo vietnamita ha comminato pene carcerarie a 16 dissidenti.
 
Tran Khai Thanh Thuy, 49 anni, fa parte del piccolo gruppo di dissidenti che lavorano per la fine del Partito unico e per il pluralismo. L’8 ottobre scorso essa è stata fermata perché la polizia non voleva che lei andasse a Haiphong, dove si teneva il processo contro alcuni attivisti. La sera, lei e suo marito sono stati accusati di aver attaccato e picchiato alcune persone che si lamentavano per la loro moto che intralciava la strada.
 
In realtà, secondo Human Rights Watch, la Thuy e suo marito sono stati presi e picchiati da teppisti, sotto lo sguardo della polizia. Al processo la Thuy è accusata di aver lanciato pietre contro gli assalitori e usato un bastone per picchiarli.
 
In questi ultimi anni la polizia si è spesso fatta scudo di teppisti per colpire dissidenti, cristiani e buddisti.
 
La Thuy è attiva nella comunità dissidente dal 2006. Per molti anni aveva lavorato nei media statali e ha poi aperto un sito online a favore della democrazia. Essa ha pure iniziato un’organizzazione per difendere operai e contadini i cui terreni sono stati confiscati dal governo.
 
Nelle scorse settimane le autorità vietnamite hanno processato e incarcerato 16 attivisti democratici. Alcuni sono stati condannati per “propaganda contro lo Stato”; altri per aver tentato di “rovesciare lo Stato”, chiedendo una società multipartitica e democratica.
 
Alcuni analisti penano che questa “pulizia” prima del capodanno lunare sia una preparazione al Congresso del Partito, che sceglierà i nuovi leader del Paese. Ma altri fanno notare che tale repressione è continua e mira a salvaguardare il potere del Partito comunista vietnamita. All’inizio della settimana, , alla commemorazione degli 80 anni del Partito, Nong Duc Manh, che è segretario generale, ha detto che il Vietnam “è determinato a combattere ogni piano di forze ostili che… chiedono un sistema multipartitico e sfruttano la democrazia e i diritti umani per sabotare il nostro regime socialista”.