I cristiani di Shanti Nagar ricordano il massacro del 1997
Centinaia di fedeli di tutte le confessioni si sono riuniti per celebrare le vittime degli scontri, nati da false accuse di blasfemia. Il governo non ha mai concesso un risarcimento alle vittime.

Shanti Nagar (AsiaNews) – Centinaia di cristiani si sono riuniti nella chiesa dell’Esercito della salvezza per celebrare il 14mo anniversario del sanguinoso attacco perpetrato contro la comunità da parte di fondamentalisti islamici. Il piccolo villaggio del Punjab venne decimato dagli integralisti, che accusavano i cristiani di essere “spie dell’Occidente”.

Alla preghiera interconfessionale erano presenti i pastori dell’Esercito della salvezza insieme a quelli dell’Assemblea divina e della Chiesa di Yahawa Nasi, denominazioni protestanti locali. Il pastore Hisqeel Sarosh, padrone di casa, ha aperto la celebrazione ringraziando il Signore “per aver salvato le vite dei presenti dalla violenza contro gli innocenti”.

Il 6 febbraio del 1997, ricorda uno dei presenti, “migliaia di fondamentalisti musulmani hanno attaccato il villaggio dicendo che noi eravamo blasfemi. Portavano dei cartelli con sopra scritto ‘Uccidete i cristiani, blasfemi contro il Corano e il Profeta’ e hanno attaccato in maniera indiscriminata”.

Durante gli scontri vennero distrutte 785 case e 4 chiese. Oltre 2.500 cristiani, inoltre, sono stati costretti a scappare. Ai bambini presenti alla celebrazione di due giorni fa, i sopravvissuti hanno chiesto “di non dimenticare il passato e quello che è successo nel villaggio”.

Subito dopo gli attacchi, la popolazione locale aveva lanciato uno sciopero della fame per chiedere al governo di ritirare la legge sulla blasfemia. Questa, sin dalla sua introduzione, viene usata in maniera scorretta per colpire le minoranze: soprattutto cristiani e ahmadi. Inoltre, i cristiani di Shanti Nagar chiedono da tempo un risarcimento per i fatti del 1997. Ma Islamabad non lo ha mai concesso.