Una doppia celebrazione per San Marone manifesta la divisione tra i cristiani libanesi
Il patriarca Sfeir a Beirut, nella chiesa di San Giorgio, con le massime autorità dello Stato e le componenti politiche maronite che appoggiano il governo. A Brad, in Siria, gli oppositori Aoun e Franjieh, con l’ex presidente Lahoud e il consigliere politico di Assad.
Beirut (AsiaNews) - La divisione esistente tra i cristiani libanesi - politicamente presenti tra i partiti di governo e quelli all’opposizione - si evidenzia, oggi, in una doppia messa per San Marone, il “padre” della Chiesa libanese, del quale ricorre oggi la festa, particolarmente solenne quest’anno, nel quale si commemorano i 1600 anni della morte. Il patriarca maronita Nasrallah Sfeir e le principali autorità statali celebrano la ricorrenza a Beirut, nella chiesa di San Giorgio. Ci saranno il presidente Michel Suleiman (cristiano), il presidente del Parlamento, Nabih Berri (sciita), il premier Saad Hariri (sunnita) e numerosi deputati, tra i quali il presidente delle Forze libanesi, Samir Geagea.
 
Un altro rito viene celebrato in Siria, a Brad, non lontano da Aleppo, e vede la partecipazione di esponenti politici come Michel Aoun e Suleiman Franjieh, cristiani alleati di Hezbollah, dell’ex presidente Emile Lahoud e del ministro Jebran Bassil ed anche del consigliere politico del presidente siriano Bashar el-Assad, la signora Bouthaina Shaaban.
 
“La nostra visita oggi ad Aleppo - ha commentato Aoun - ha un’importanza storica, perché apre un nuovo percorso per far rivivere la cultura dei cristiani orientali, perché la Chiesa cristiana è nata qui”. Anche Franjieh ha sottolineato gli aspetti religiosi della sua presenza, anche se si è detto orgoglioso di far parte del fronte che comprende siriani e iraniani.
 
Nessun riferimento alla vicenda nell’omelia di oggi del patriarca Sfeir, che ha rivendicato il ruolo dei maroniti a favore della convivenza religiosa nel Paese.
 
Della doppia celebrazione hanno invece parlato ambienti del patriarcato citati dal quotidiano Ad-Diyar. Essi sostingono che “quanto accade a Brad è un tentativo di colpire il Patriarcato maronita e lasciar intendere che c’è un’autorità cristiana che può prendere decisioni per indebolire la Chiesa maronita”.
 
Una risposta indiretta può essere vista anche in alcune frasi del messaggio per la Quaresima del cardinale Sfeir, reso pubblico ieri. In esso il patriarca scrive tra l’altro che “il centro di gravità dei maroniti si trova in Libano” e che “i maroniti hanno scritto il loro primo e vero libro di storia non sulle pagine di carta, ma sul libro della terra libanese”.
  
Esplicito, invece, Geagea, per il quale “le personalità politiche che sono andate a Brad non l’hanno fatto per San Marone, ma per motivi politici”. (PD)