Nuove restrizioni per gli stranieri che chiedono la nazionalità saudita

Riyadh (AsiaNews) - Il governo saudita ha approvato un emendamento di legge che rende più difficile ottenere la nazionalità saudita per gli stranieri che risiedono nel Paese. La legge finora prevedeva 5 anni di residenza per poter diventare sauditi: l'emendamento, approvato pochi giorni fa, alza il periodo richiesto a 10 anni.

La nuova disposizione prevede inoltre che chi chiede di diventare saudita svolga una professione conforme "ai bisogni della nazione", secondo la definizione del segretario del ministero degli Interni, Naser Bin Hamad al-Hanaya: medicina, fisica, scienze e tecnologia elettronica i lavori che gli stranieri richiedenti la nazionalità devono svolgere, secondo il governo di Riyadh.

La nuova norma penalizza la popolazione femminile, sia straniera che locale: una donna saudita che sposa uno straniero e sceglie di avere la stessa nazionalità del marito perde la nazionalità saudita. La moglie di un cittadino saudita può diventare anch'essa saudita solo se risiede in Arabia e rinuncia alla sua provenienza nazionale. Sono esclusi dal poter diventare sauditi i figli di straniere e di padri sconosciuti. La nazionalità può essere ritirata "se il nuovo cittadino saudita viola la sicurezza del paese".

Il governo pensa che circa 1 milione di persone chiederanno la cittadinanza saudita. Le autorità del Regno saudita hanno già precisato che la nazionalità saudita non verrà concessa ai circa 500mila palestinesi residenti in Arabia. Questo perché Riyadh vuole seguire le direttive della Lega araba che ha invitato i paesi arabi a non concedere la nazionalità ai palestinesi allo scopo di "prevenire la sparizione dell'identità palestinese e preservare i loro diritti di tornare nelle loro terre".

In Arabia saudita su 25 milioni di abitanti ci sono circa 8,8 milioni di stranieri (dati del Ministero del Lavoro). Le comunità straniere più consistenti sono quelle di Bangladesh, India e Pakistan (in tutto 1,5 milioni di persone). Gli immigrati da Egitto, Sudan e Filippine arrivano a circa 900 mila persone; 500 mila sono gli indonesiani. Dallo Sri Lanka arrivano per la maggior parte donne (circa 350 mila). In Arabia non esiste libertà religiosa: gli stranieri sono colpiti da restrizioni e vessazioni per la loro fede e viene loro vietata ogni pratica religiosa che non sia l'islam. (LF)