Un Anno lunare nella povertà per molte famiglie vietnamite
La crisi finanziaria globale ha molto colpito il Paese, facendo chiudere soprattutto le piccole e medie imprese, motore dell’economia locale. Decine di migliaia di nuovi disoccupati e precari. Tra le vittime i bambini, che lasciano la scuola per raggranellare qualche soldo con lavoretti occasionali.

Ho Chi Minh City (AsiaNews/Agenzie) – Sarà un misero Tet (Nuovo Anno Lunare) per Doan Hung, 12 anni, che ha lasciato la scuola per vendere biglietti della lotteria per la strada e guadagnare qualche soldo per aiutare la famiglia. I suoi genitori, dipendenti di una fabbrica di abbigliamento e scarpe, sono stati licenziati quando la ditta ha chiuso.

Secondo il ministero per l’Istruzione, nell’anno scolastico 2007/08 138mila studenti hanno lasciato la scuola primaria e superiore. Ma il numero è in aumento e ora sono almeno 147mila.

Truong Thi Mai, capo del Dipartimento Affari sociali dell’Assemblea nazionale, spiega all’agenzia Inter Press Service che lo Stato aiuta lo studio con sussidi, quali libri gratis ed esenzione dalle tasse per chi abita nelle zone rurali o montagnose, “ma questo non basta per far tornare i ragazzi a scuola. L’inflazione costringe la gente a pensare anzitutto a mangiare e vestirsi”.

Nel 2009 il Vietnam ha avuto una crescita del 5,2%, la più bassa da 11 anni. Ma l’inflazione è arrivata al 28%, la peggiore in tutta l’Asia. Nel primo trimestre 2009 la crescita economica ha addirittura rallentato del 3,1%.

Peraltro la crisi ha colpito soprattutto le piccole e medie imprese, vero motore trainante dell’economia locale, soprattutto per le diminuite esportazioni, con un forte aumento di fallimenti. I dati del ministero del Lavoro, invalidità e affari sociali, indicano che nel febbraio 2009 hanno chiuso 938 imprese e altre 976 hanno diminuito la produzione, con la perdita di 74.500 posti di lavoro. Inoltre sono tornati in Vietnam circa 3mila lavoratori che erano emigrati all’estero, pure licenziati e senza prospettive di trovare un’altra occupazione.

Hung vende almeno 20 biglietti al giorno e guadagna circa 20mila dong (circa 79 centesimi di euro) e quest’anno non si aspetta i tradizionali dolci di riso glutinato. La sorella più piccola è a casa a cucinare e forse non avrà il regalo di un vestito nuovo, come gli anni passati. I suoi genitori ora hanno trovato un’occupazione temporanea per una ditta edile e guadagnano abbastanza per la festa del Nuovo Anno e per onorare gli antenati con le tradizionali celebrazioni.

Il futuro è incerto. Nel Paese molte ditte hanno diminuito il salario per la tredicesima mensilità che viene data per il Tet e le famiglie potranno fare poca festa, dovendo risparmiare per sanità e spese scolastiche. Intanto i prezzi salgono, per marzo è atteso un aumento del costo dell’energia elettrica.

La situazione è grave perché nel Paese la povertà era diffusa già prima della crisi: su una popolazione di oltre 86 milioni di persone, secondo i dati Unicef circa 7,6 milioni di bambini non hanno un’abitazione adeguata, 5 milioni mancano dei servizi igienici essenziali, 2,4 milioni sono privi di acqua potabile, 2 milioni soffrono di mal nutrizione.