Polizia israeliana in stato d’allerta; palestinesi in sciopero
di Joshua Lapide
Palestinesi d’Israele e gruppi islamici mobilitati alla Spianata delle Moschee, che la polizia israeliana ha proibito a uomini sotto i 50 anni. Oggi vi sarà anche l’inaugurazione della sinagoga di Hurva, segno ulteriore dell’esproprio israeliano della città.
Gerusalemme (AsiaNews) -  La polizia israeliana ha annunciato oggi il prosieguo dello stato d’allerta a Gerusalemme est e la chiusura per il quarto giorno consecutivo della Spianata delle moschee agli uomini sotto i 50 anni. Intanto per oggi i palestinesi di Gerusalemme hanno proclamato uno sciopero dopo alcuni violenti scontri fra gruppi di giovani arabi e la polizia israeliana ieri sera.
 
Ieri alcuni giovani si sono scontrati con la polizia nella zona di Bab Hatta e Ras Al-Amoud. Le forze dell’ordine israeliane hanno sparato proiettili di gomma e gas lacrimogeni, mentre i giovani hanno lanciato loro delle pietre.
 
I palestinesi e i gruppi islamici hanno per questo diffuso un comunicato domandato a tutti i palestinesi israeliani e ai gerosolimitani di andare in massa oggi alla Spianata delle Moschee, occupando il luogo fino a domani. Oggi vi saranno anche due ore di sciopero dalle 11 alle 13.
Le restrizioni alla Spianata e la chiusura delle frontiere coi territori occupati sono in atto dall'11 marzo e dovevano finire il 13. La tensione però è cresciuta sempre più dopo la decisione del governo israeliano di dare il via alla costruzione di 1600 case israeliane nella zona di Gerusalemme est, occupata da Israele dopo il 1967.
 
Secondo i palestinesi questo esproprio israeliano del territorio – illegale secondo le norme internazionali – renderà impossibile fare di Gerusalemme est la capitale del futuro Stato palestinese.  
La polizia teme che oggi vi saranno proteste anche all’inaugurazione della sinagoga di Hurva, nel quartiere ebraico di Gerusalemme est. La sinagoga, distrutta nel ’48, è stata ricostruita dopo l’occupazione israeliana della città.  La sua inaugurazione è vista come un affronto e un ulteriore segno del progetto israeliano di fare di Gerusalemme la “capitale eterna” d’Israele escludendo i palestinesi dalla città.