Erdogan minaccia l’espulsione di 100 mila armeni
di NAT da Polis
Brutale avvertimento del premier turco in un’intervista. È la risposta alla diaspora armena che frena i negoziati, e a Stati Uniti e Svezia che hanno riconosciuto il genocidio. La storia si ripete?
Istanbul (AsiaNews) – “Li stiamo tollerando”: questa brutale ed imprevista uscita di Erdogan, contro i 100 mila armeni che vivono e lavorano in prevalenza a Istanbul, è la risposta alla decisione presa da Usa e Svezia di riconoscere il genocidio armeno
 
Erdogan  ha fatto queste dichiarazioni alla trasmissione in lingua turca della Bbc. Egli si riferiva ai 100 mila armeni che vivono come clandestini, o con la tolleranza delle autorità turche, visto che i rapporti tra Armenia e Turchia non sono ancora pienamente  ristabiliti . Ankara e Yerevan hanno firmato due protocolli nell’ottobre 2009 per lo sviluppo delle loro relazioni diplomatiche, ma non si è giunti alla mossa conclusiva.
 
In Turchia vivono attualmente 170 mila armeni. Di essi – ha detto Erdogan - solo 70 mila hanno cittadinanza turca. “Se ci sarà bisogno - ha continuato, forse dovrò fare rimpatriare questi 100 mila perché non sono cittadini di questo paese. Non sono obbligato  tenermeli”.
 
Erdogan ha poi accusato la diaspora armena di aver ordito e pilotato le decisioni prese dai parlamenti di Usa e Svezia nel riconoscere il genocidio degli armeni  e ha invitato l’ Armenia ad assumere  una decisa presa di posizione contro la diaspora, che frena sui rapporti diplomatici. Egli ha pure invitato Usa, Francia e Russia ad aiutare l’Armenia a sganciarsi dall’ influenza della propria diaspora, concludendo che queste iniziative avranno ripercussioni sulle nascenti relazioni turco-armene. Pronta la reazione di Yerevan. Il primo Ministro Tigran Sarkosian ha ricordato che queste dichiarazioni politiche riportano alla memoria i fatti del 1915 e di conseguenza non aiutano a contribuire al miglioramento delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi.
 
La brutale presa di posizione di Erdogan si addice poco ai tentativi della Turchia di accelerare i tempi del suo ingresso nell’Unione Europea. Essa però specula sul fatto che l’unico sbocco alla spaventosa crisi che attanaglia l’Armenia è l’apertura delle sue  frontiere con la Turchia, di cui Yerevan ha estremo bisogno. Inoltre Erdogan sa bene, che tutti i fabbisogni in gas e petrolio dell’occidente passano dalla Turchia. Ieri ad Istanbul si commentava a caldo queste maniere di Erdogan: esse ricordano il metodo del taglio del nodo di Gordio - insomma il metodo della forza – e fanno temere che con la verità storica, se non l’accetti, rischi di ripeterne gli errori.