Rawalpindi, sepolto il cristiano bruciato vivo. La polizia avrebbe appiccato il fuoco
di Fareed Khan
Fra imponenti misure di sicurezza, si sono svolti oggi i funerali di Arshed Masih. Il silenzio dei media pakistani e del governo sulla vicenda. Fonti di AsiaNews denunciano il tentativo di depistaggio e rivelano le ultime parole della vittima: “la polizia mi ha dato fuoco” seguendo le istruzioni del datore di lavoro musulmano. In passato la moglie più volte violentata dagli agenti.
Rawalpindi (AsiaNews) – Si sono svolti oggi a Rawalpindi, fra imponenti misure di sicurezza, i funerali di Arshed Masih, 38enne cristiano pakistano, bruciato vivo perché ha rifiutato di convertirsi all’islam. Centinaia di persone hanno partecipato alle esequie, fra cui membri della società civile e rappresentanti delle Ong. Finora la polizia non ha arrestato nessuno fra i presunti responsabili e non si registrano iniziative del governo federale e dal Ministero per le minoranze. Nel frattempo emergono ulteriori dettagli sul delitto: una fonte bene informata riferisce ad AsiaNews che sarebbe stata la polizia a appiccare il fuoco all’uomo, seguendo le “istruzioni” impartite dal datore di lavoro di Arshed Masih.
 
Il 38enne cristiano pakistano, sposato e padre di tre figli dai 7 ai 12 anni, è morto il 22 marzo scorso in seguito alle gravissime ferite riportate durante l’assalto. Egli presentava ustioni sull’80% del corpo e fin dall’inizio i sanitari avevano escluso possibilità di salvezza. A scatenare la violenza dei suoi assalitori, il rifiuto dell’uomo e della moglie di convertirsi all’islam.
 
Peter Jacob, segretario esecutivo di Giustizia e pace della Chiesa cattolica pakistana (Ncjp), conferma ad AsiaNews “la più ferma condanna per quest’atto brutale” e sottolinea che “un nostro gruppo di indagine ha raggiunto Rawalpindi e ha avviato una inchiesta parallela sui fatti”. Egli aggiunge che “a breve diffonderemo un documento, previa opportuna verifica di tutti gli elementi”. L’attivista denuncia infine, con rammarico, il silenzio dei media pakistani sull’incidente e la mancanza di iniziative del governo federale e dal Ministero per le minoranze.
 
Intanto cominciano a circolare voci secondo cui Arshed Masih si sarebbe dato fuoco da solo, per protestare contro le ripetute violenze e torture della polizia ai danni della moglie, Martha Arshed. Gli abusi sarebbero avvenuti nella stazione di polizia, dove la donna è stata convocata a più riprese dagli agenti dopo la denuncia di furto presentata da Sheikh Mohammad Sultan, datore di lavoro della coppia cristiana. Nella casa del ricco uomo d’affari musulmano è sparito denaro contante per un valore di 500mila rupie (circa 6mila dollari).
 
Fonti cristiane di AsiaNews in Pakistan smentiscono la versione, sottolineando che alcuni “elementi” mettono in dubbio le violenze sessuali e ribaltano la realtà dei fatti “per scagionare il datore di lavoro e gli agenti di polizia”. Un testimone oculare, presente in ospedale quando Arshed Masih – ancora cosciente – ha raccontato gli eventi agli investigatori, riferisce che “è stata la polizia ad appiccare il fuoco” sul corpo dell’uomo. La vittima avrebbe anche aggiunto che “la polizia ha eseguito le istruzioni di Sheikh Mohammad Sultan, presente sulla scena insieme ad altri estremisti”.
 
Dal 2005 Arshed Masih e la moglie lavoravano e vivevano nella tenuta di Sheikh Mohammad Sultan. Le pressioni perché abbandonassero il cristianesimo, negli ultimi tempi, si erano fatte incessanti. Il padrone era giunto persino a minacciare “terribili conseguenze”, per convincerli ad abbracciare l’islam. I coniugi erano stati anche accusati di un furto avvenuto di recente nella villa dell’uomo, il quale ha promesso di lasciar cadere la denuncia in caso di conversione.
 
Il sito BosNewsLife.com riferisce che l’uomo d’affari musulmano non ha voluto rilasciare commenti sul delitto. Tuttavia alcuni testimoni oculari lo hanno visto nei pressi del luogo dove si è verificato l’incidente, ma non è chiaro se ha partecipato in modo attivo all’attacco. I figli della coppia – aggiunge il sito – dormono in ospedale perché sono senza casa. La madre è ancora in stato di shock e non è in grado di parlare.