Legge sulla blasfemia: ragazza minacciata di morte, la sua famiglia costretta a emigrare

Lahore (AsiaNews) – Una famiglia cristiana di Wah Cantt (nei pressi di Islamabad) è stata costretta a emigrare in una località sconosciuta del paese: la figlia, Safad, era stata minacciata di morte perchè accusata di profanare il Corano. Lo denuncia la Commissione Giustizia e pace della Conferenza episcopale pakistana.

La famiglia cristiana Tasneem Dean ha subito minacce di "terribili conseguenze" da parte dei musulmani della città di Wah Cantt. Lo scorso luglio una musulmana ha accusato Safad Tasneem Dean, 16 anni, di aver gettato nella spazzatura una copia del Corano. Subito i musulmani del posto si sono radunati sotto la casa della ragazza cristiana  con l'intenzione di bruciarle la casa.

. Essi hanno anche cercato di uccidere Safad, ma alcuni anziani della città hanno messo in salvo la ragazza, facendola arrestare dalla polizia.

Accese discussioni fra cristiani e musulmani del posto hanno condotto alla decisione di arrestare il padre al posto della ragazza; anche lui è stato in seguito rilasciato. Pur in mancanza di prove del presunto atto di blasfemia, per sfuggire alle minacce, la famiglia di Safad è stata costretta ad emigrare in una località ignota.

La legge sulla blasfemia, introdotta in Pakistan nel 1986, prevede l'ergastolo per chi offende il Corano e la pena di morte in caso di offesa a Maometto. Attivisti per i diritti umani e in difesa delle minoranze religiose hanno più volte chiesto l'abolizione della legge, spesso usata per regolare questioni private. La legge sulla blasfemia ha prodotto decine di morti fra i cristiani. Su 560 accusati, 30 persone sono ancora in attesa di giudizio. Dall'86, le denunce per blasfemia sono oltre 4mila: è frequente il caso in cui chi subisce denuncia deve cambiare città e luogo di residenza per non mettere in pericolo la vita propria e quella dei suoi familiari. (LF)