Premier libanese: Hezbollah non ha ricevuto armi dalla Siria
Saad Hariri smentisce le accuse del presidente israeliano Peres, secondo cui Damasco ha fornito missili Scud al movimento sciita armato. Egli avanza un’analogia con le “armi di distruzione di massa” che hanno giustificato l’invasione Usa in Iraq. Voci di un vertice a sorpresa fra Siria, Egitto e Arabia Saudita.
Beirut (AsiaNews/Agenzie) – Il premier libanese Saad Hariri respinge le accuse di Israele, secondo cui Hezbollah – movimento sciita filo-iraniano – avrebbe ottenuto missili Scud dalla Siria. Egli ha aggiunto che le insinuazioni del presidente israeliano Shimon Peres sono molto simili alle voci di “possesso di armi di distruzione di massa”, che hanno portato all’invasione degli Stati Uniti in Iraq.
 
Le dichiarazioni del premier libanese sembrano voler disinnescare il nuovo fronte di tensione fra Tel Aviv e i Paesi dell’area mediorientale più vicini a Teheran. Il presidente israeliano Peres ha puntato il dito contro la Siria, colpevole di fornire missili Scud al gruppo terrorista libanese Hezbollah. Le testate possono contenere fino a una tonnellata di materiale esplosivo e sono molto più potenti delle armi finora a disposizione del movimento sciita armato.
 
Saad Hariri avanza un parallelo fra le accuse israeliane e le ragioni che hanno portato all’invasione americana dell’Iraq, nel 2003, in seguito alla presunta scoperta – e mai confermata – di “armi di distruzione di massa” nelle mani dell’ex rais Saddam Hussein. “Non si sono trovate queste armi – ha dichiarato il premier libanese – e ora si cerca di ripetere lo stesso scenario [dell’Iraq] con il Libano”.
 
Nei giorni scorsi Damasco ha smentito con forza le accuse israeliane, mentre Hezbollah non voluto rilasciare dichiarazioni in merito alla vicenda. Tuttavia, il 19 aprile il Dipartimento di Stato Usa ha convocato Zouheir Jabbour, vice-capo della delegazione siriana a Washington, e ha accusato il governo di Damasco di mantenere un “comportamento provocatorio” nella vicenda legata alla fornitura di armi al gruppo libanese. Un portavoce del Dipartimento americano ha chiesto “la cessazione immediata delle forniture di armi a Hezbollah e altre organizzazioni terroriste nella regione”.
 
Intanto filtrano voci di un possibile vertice a sorpresa fra Siria, Egitto e Arabia Saudita per discutere della sicurezza nella regione mediorientale, con una particolare attenzione alle crescenti tensioni fra Israele e Iran che coinvolgono anche Damasco. Fonti diplomatiche occidentali riferiscono che il re saudita Abdullah dovrebbe raggiungere domani Sharm el-Sheikh, per incontrare il presidente egiziano Hosni Mubarak, in fase di convalescenza dopo un intervento chirurgico. Al vertice è prevista anche la partecipazione del presidente siriano Bashar Assad.
 
Damasco è preoccupata per un possibile scontro militare con Israele, e si muove per ottenere il sostegno del Cairo e Riyadh. Tuttavia, fonti siriane citate da al-Quds al-Arabi (quotidiano arabo con base a Londra) precisano che “ogni gesto di riconciliazione con il governo egiziano” – in crisi dopo l’assassinio dell’ex premier libanese Rafic Hariri – non può essere raggiunto “a spese dei legami fra Damasco e l’Iran”.