Cina di oggi dopo Matteo Ricci: anche l’economia ha bisogno di libertà religiosa
Il convegno organizzato da AsiaNews ai Musei Capitolini a Roma ribatte l’attualità del messaggio del missionario gesuita. Un incontro fruttuoso fra oriente e occidente può avvenire solo nell’amicizia, che accoglie elementi materiali e spirituali, creando una vera “società armoniosa” all’interno e all’esterno del Paese cinese. Libertà religiosa e l’unità della Chiesa in Cina sono le prime urgenti tappe.
Roma (AsiaNews) – Il dialogo scientifico, culturale, religioso, iniziato da Matteo Ricci 400 anni fa è ancora molto attuale nella Cina di oggi segnata da un gigantesco sviluppo economico, che crea però anche abissali povertà, conflitti e un vuoto spirituale che può essere colmato solo da una proposta che sappia mettere insieme la scienza e lo spirito, l’economia e la libertà religiosa. A rischio fallimento è lo stesso programma della leadership cinese di costruire “una società armoniosa, un mondo armonioso”.
 
Sono queste le conclusioni emerse al convegno internazionale su “la Cina di oggi e Matteo Ricci”, tenutosi ieri nella sontuosa sala “Pietro da Cortona” ai Musei Capitolini di Roma, incastonata fra quadri del Medioevo e Rinascimento e sculture greche, romane ed imperiali.
 
Organizzato da AsiaNews con il patrocinio del Comune e il sostegno della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, l’incontro accade quasi come un bilancio dell’anno ricciano, che si conclude l’11 maggio 2010, a 400 anni dalla morte del grande missionario gesuita.
Il convegno ha radunato personalità vaticane e testimoni del dialogo fra intellettuali e cristiani nella Cina contemporanea: mons. Robert Sarah, Segretario della Congregazione vaticana per l’evangelizzazione dei popoli; p. Savio Hon Tai-fai, sdb, di Hong Kong, della Commissione teologica internazionale; il prof. Giuseppe Jing, direttore del Centro culturale Cina-Europa; p. Bernardo Cervellera direttore di AsiaNews.
 
Il prof. Zhuo Xinping, direttore dell’Istituto delle Religioni mondiali dell’Accademia delle scienze sociali di Pechino, pur invitato, all’ultimo momento non ha potuto intervenire per sopraggiunti impegni di lavoro presso l’Assemblea nazionale del popolo. A nome suo e a nome proprio, il vicario generale della diocesi di Pechino, p. Peter Zhao Jianmin, ha inviato un saluto al convegno e un messaggio, scritto proprio dal luogo dove Matteo Ricci è vissuto, divenuto ora la cattedrale dell’Immacolata a Xuanwumen. Nel messaggio, p. Ricci viene definito “il Confucio occidentale”, la sua testimonianza come acqua che da occidente a oriente ha irrigato la Cina e il cui spirito resta per sempre.
 
Dopo un saluto dell’on. Federico Rocca, a nome del sindaco di Roma Gianni Alemanno, mons. Sarah ha mostrato tutte le novità portate da Ricci nella Cina dei Ming: fisica, astronomia, geografia, tecnologia, fonetica, geometria.. Ma soprattutto ha fatto emergere che tale comunicazione è avvenuta grazie alla sua identità cristiana e al suo amore per la Cina. Egli è stato un innovatore nello stile della missione cattolica, evitando ogni connessione militare e politica, in uno stile di apostolato improntato all’amicizia.
Nella Cina di oggi, ha concluso, c’è necessità di “armonizzare le conquiste materiali con quelle spirituali; il profitto economico e il rispetto dell’uomo; l’impegno nazionale e internazionale ha bisogno di risorse aperte alla ragione e allo spirito, vissute in amicizia fra l’oriente e l’occidente”. E ha lanciato un appello per un maggior dialogo fra la Cina e la Chiesa cattolica:”È a questo lavoro e alla costruzione di rapporti ‘di simpatia, di amicizia e di solidarietà tra i popoli’ che la Chiesa desidera contribuire, nel rispetto reciproco e nella libertà, per continuare l’opera di Matteo Ricci e dei suoi successori, per amore di Cristo e della Cina”.
 
P. Savio Hon ha offerto un’analisi del libro più famoso di Matteo Ricci in Cina, il De Amicitia, mostrandone tutta l’attualità per la Cina contemporanea, alla ricerca di una sua immagine di “armonia” interna e con l’esterno, mentre “il socialismo con caratteristiche cinesi” si mostra sempre più ingannevole e crescono timori per il “pericolo giallo”. Pescando dall’insegnamento di Ricci – ma con un occhio alle necessità attuali – p. Hon ha sottolineato che per continuare un dialogo fra oriente e occidente è necessario basarsi sulla “fraternità universale”; sulla “trascendenza di Dio”, come fonte dell’amicizia; sulla sapienza umana aperta alla dimensione religiosa.
 
Il prof. Giuseppe Jing ha analizzato più in dettaglio i problemi della Cina nell’era della globalizzazione, con la crisi della moralità pubblica e personale; il mito della prosperità che crea il nichilismo; i tentativi del governo di far rinascere il confucianesimo nel Paese e nel mondo anche come puntello al potere politico. Nella società cinese vi è un vuoto spirituale che va colmato e in cui ha un compito anche la Chiesa cattolica cinese. Jing ha descritto le difficoltà del cattolicesimo in Cina, emerso da poco dalla persecuzione violenta, ancora sotto controllo, e tuttora senza una piena riconciliazione fra Chiesa ufficiale e sotterranea. Per un impegno nella società e nella cultura, Jing afferma che il fattore più urgente è sanare questa frattura dell’unità ecclesiale. Il docente ha varato da mesi un centro culturale Cina-Europa per un dialogo fra intellettuali cinesi cattolici e non.
 
A conclusione dell’incontro, p. Bernardo Cervellera ha fatto notare come la Cina di oggi, pur essendo aperta a tutte le nazioni con il commercio, rimane ancora chiusa a un rapporto di amicizia e verità con il resto del mondo, potenziando il controllo su internet, frenando l’impegno di attivisti e religiosi, imprigionando persone impegnate nel dialogo fra oriente e occidente.
Allo stesso tempo, proprio il materialismo neoconfuciano, marxista e consumista stanno creando, oltre al vuoto spirituale, anche una ricerca religiosa spasmodica, presente anche all’interno del Partito comunista, alla ricerca di equilibrio e armonia. Purtroppo, molta parte dell’occidente non comprende tale ricerca, perché affossato su posizioni anch’esso materialiste, andando così a contribuire a una crescente crisi che può sfociare in una conflagrazione della Cina. Il direttore di AsiaNews ha concluso invitando tutti a impegnarsi per la libertà religiosa in Cina, garanzia per un dialogo libero e ricco di cultura e valori spirituali.
 
* Tutte le relazioni del convegno saranno disponibili nei numeri di maggio e giugno 2010 del volume cartaceo di AsiaNews, ottenibili su richiesta e inviando un’offerta.