Sale a 43 il bilancio delle vittime della miniera siberiana
Almeno 80 feriti sono ricoverati negli ospedali della zona. Altri sei, le cui condizioni sono più gravi, hanno raggiunto Mosca. L’unità di crisi riferisce che 39 corpi sono stati identificati; 47 lavoratori sono tuttora intrappolati all’interno delle gallerie. La doppia esplosione è avvenuta l’8 maggio scorso.
Mosca (AsiaNews/Agenzie) – È salito a 43 vittime il bilancio aggiornato del doppio incidente avvenuto lo scorso 8 maggio nella miniera russa di Raspadskaya, situata nella regione di Kemerovo, nella Siberia occidentale. Almeno 80 feriti sono ricoverati negli ospedali della zona; altri sei, le cui condizioni sono più gravi, hanno raggiunto Mosca per trattamenti specifici. L’unità di crisi allestita dal Ministero per le emergenze sottolinea che 39 corpi sono già stati identificati.
 
Al momento vi sono ancora 47 lavoratori intrappolati all’interno della più grande miniera di carbone della Russia. L’agenzia di Stato Itar-Tass riferisce che il premier Vladimir Putin è giunto ieri sera nella regione di Kemerovo, per una visita ai minatori feriti e un sopralluogo al luogo di estrazione.
 
Intanto continuano le operazioni di soccorso per recuperare altri lavoratori intrappolati. Sono 720 i volontari inviati sul luogo del disastro dal Ministero delle emergenze, con 104 veicoli di appoggio.   
 
La prima delle due esplosioni nella miniera di carbone è avvenuta la sera dell’8 maggio. Al momento dello scoppio vi erano 370 minatori all’interno dellegallerie. Qualche ora più tardi si è verificata una seconda esplosione, quando sul posto erano già arrivate le prime squadre di soccorso. All’origine del doppio incidente pare vi sia stata una fuga di metano.
 
Inaugurata nel 1973, la Raspadskaya è una delle più importanti produttrici di carbone della Russia con riserve stimate attorno a 782 milioni di tonnellate. Dalle viscere della miniera siberiana vengono estratte circa 80 milioni di tonnellate di carbone all’anno, in gran parte esportate in Ucraina e altri Paesi dell’est europeo.
 
Il 40% della proprietà è detenuto dal gigante dell’energia Evraz, controllato dal miliardario russo Roman Abramovitch.
 
Gli incidenti nelle miniere russe (come avveniva al tempo della ex Unione Sovietica) sono piuttosto frequenti, a causa di infrastrutture troppo vecchie e misure di sicurezza inadeguate.