Bambini uccisi in un asilo a Hanzhong
Accoltellati fino alla morte sei bambini e un insegnante; feriti altri 20. L’assassino si è poi suicidato. È il quinto caso di violenza contro bambini e scolari in circa due mesi. Le autorità suggeriscono maggiore sicurezza fuori e dentro le scuole e vedono questi caso come dei fatti isolati. Fra i blogger e i commentatori si accusa il divario sociale, la povertà, le ingiustizie subite, la mancanza di luoghi per esprimere le proprie frustrazioni.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Sei bambini e un insegnante sono stati uccisi e altri 20 sono rimati feriti in un asilo dello Shaanxi. L’attacco è il quinto assalto violento verso bambini e scolari in meno di due mesi, nonostante le promesse dell’autorità di rafforzare pattuglie e controlli fuori delle scuole e all’interno.
 
Il grave incidente è avvenuto stamane alle 8 in un asilo nella contea di Nanzheng (Hanzhong). I bambini feriti sono ora ricoverati all’ospedale. Secondo le autorità locali, l’assassino si è ucciso.
Attacchi simili su bambini e scolari hanno colpito l’opinione pubblica temendo che la violenza verso i bambini possa diventare una specie di modello.
 
Lo scorso 30 aprile nello Shandong un contadino ha attaccato dei bambini con un martello, ferendone cinque e dandosi poi fuoco. Il giorno prima un uomo col coltello ha ferito 29 bambini e tre adulti nella città di Taixing (Jiangsu). Nella stessa settimana un ex insegnate di 33 anni, con problemi mentali, ha ferito con un coltello 15 studenti e un insegnante nel Guangdong. In marzo un dottore, frustrato perché la sua ragazza lo aveva lasciato, ha assassinato otto bambini e ferito altri cinque nel Fujian. L’uomo è stato condannato a morte e la sua sentenza eseguita in poco tempo.
 
Il 7 maggio scorso il ministero della Pubblica sicurezza ha inviato in 18 differenti località dei gruppi per verificare la situazione. Già in precedenza le autorità hanno dichiarato che occorre garantire più sicurezza nelle scuole, verificando chi entra, e al di fuori delle scuole, vigilando sulle persone che hanno problemi mentali.
 
L’ipotesi più accreditata nel governo è che gli assassini sono persone instabili dal punto di vista mentale. Ma fra tutte le violenze di questi mesi, solo uno degli assassini era uno squilibrato.
 
Commentatori e blogger in Cina affermano che la ragione più profonda di questi attacchi è l’ira e la frustrazione delle persone che non trovano altro modo di esprimere le loro angosce che attaccare i più indifesi.
 
Il crescente abisso fra ricchi e poveri, la mancanza di ammortizzatori sociali, il rapido sviluppo economico a spese della giustizia sono fra le cause citate che portano a tali violenze.