Tonfo dei mercati asiatici. Shanghai a -5, l'indice più basso in un anno
Chiusure negative anche per Tokyo (2,17%), Hong Kong (2,14%), Kuala Lumpur (2,06%), Seoul (2,6%), Singapore (0,75%) e Bangkok (2,5%), su cui grava la crisi politica. Timori verso l’Europa: il piano di salvataggio non basta per “evitare un contagio”, altri Paesi a rischio dopo la Grecia.
Shanghai (AsiaNews/Agenzie) – La borsa cinese ha registrato oggi l’indice più basso dell’ultimo anno, trascinando con sé tutti i mercati asiatici. Lo Shanghai Composite Index ha fatto segnare un meno di 5,07%; male anche la borsa di Tokyo, che ha perso il 2,17%. Indici negativi per la borsa di Hong Kong, che ha registrato un passivo del 2,14%. In calo anche la borsa malaysiana (che ha aperto con un meno 2,06%), la Thailandia (2,5% circa) su cui grava anche la crisi politica interna, la Corea del Sud con un meno 2,6% e Singapore, che ha contenuto il passivo chiudendo con un meno 0,75%.
 
Sul mercato cinese hanno pesato i titoli delle banche e delle società immobiliari, colpite da misure restrittive introdotte nel settore da parte del governo. Tuttavia, l’intero mercato asiatico ha subito i contraccolpi causati dalla chiusura negativa di Wall Street lo scorso fine settimana e i segnali d’allarme che arrivano dai Paesi dell’Eurozona.
 
Andrei Teng, della Taiwan International Securities, spiega che “il problema legato al debito europeo avrà pesanti ripercussioni sulla ripresa economica”. L’esperto aggiunge che “non si tratta solo della Grecia”, ma “tutte le nazioni europee devono lavorare duramente per ridurre i deficit”.  Hideaki Inoue, figura di primo piano della Mitsubishi Trust and Banking Corporation, condivide i timori per le notizie che provengono dal fronte Europa. “Non è solo un problema del debito greco – spiega l’analista – che grava sull’euro, ma vi è anche il timore diffuso di un contagio ben più ampio”.
 
I mercati hanno così confermato i dubbi avanzati dagli investitori asiatici, secondo cui il piano di salvataggio lanciato dall’Unione europea di 720 miliardi di euro non basterà per impedire un allargamento della crisi. Essa potrebbe colpire a breve altri Paesi, dopo aver messo in ginocchio l’economia greca.