Leader delle “camicie rosse” accetta l’offerta di mediazione del Senato thai
Cresce la pressione sui manifestanti anti-governativi perché mettano fine alla protesta. In cinque giorni di guerriglia urbana a Bangkok sono morte 38 persone, almeno 280 i feriti. Un gruppo di 64 senatori intende promuovere “nuovi colloqui” fra l’esecutivo e gli oppositori. Appello dell’Onu alla pace.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – I leader del movimento anti-governativo accetteranno l’offerta di mediazione avanzata dai senatori thai, mentre cresce la pressione sulle “camicie rosse” perché mettano fine alla protesta. In cinque giorni di guerriglia urbana fra le strade di Bangkok sono morte 38 persone, almeno 280 i feriti.
 
L’offerta di mediazione è giunta ieri dal presidente dell’assemblea, Prasobsuk Boondej. Un gruppo di 64 senatori – su 150 in totale – ha proposto una nuova serie di colloqui e ha offerto il proprio impegno a mediare con i manifestanti, invitando governo e oppositori al cessate il fuoco.
 
Nattawut Saikua, uno dei leader delle “camicie rosse” – appartenenti al movimento di opposizione United Front for Democracy against Dictatorship (UDD), vicino all’ex premier Thaksin Shinawatra – afferma di “aver accettato una nuova serie di colloqui” proposta dal Senato perché “se permettiamo che le cose vadano avanti in questo modo, non possiamo sapere quante altre vite verranno perse”.
 
Tuttavia, il Centre for the Resolution of Emergency Situation (CRES) bolla il “rosso” Nattawut come un pericoloso terrorista. Non è chiaro, al momento, se il governo prenderà parte ai colloqui.
 
Sempre ieri, sulla crisi politica in Thailandia sono intervenute anche le Nazioni Unite: l’Onu esorta i manifestanti a “fare un passo indietro” e invita l’esercito governativo a esercitare moderazione verso gli oppositori.