Divide lo Sri Lanka la Settimana degli eroi di guerra
di Melani Manel Perera
Le alluvioni fanno fallire la Settimana degli eroi di guerra, organizzata dal governo per celebrare la sconfitta delle Tigri Tamil, costata la vita a decine di migliaia di civili. Secondo leader cristiani, il popolo รจ ancora lontano dalla riconciliazione e manifestazioni come questa contribuiscono ad aumentare il divario tra singalesi e tamil.

Colombo (AsiaNews) – Rimandata a causa delle alluvioni delle scorse settimane, fa ancora discutere la “Settimana degli eroi di guerra” (Ranaviru Sathiya’), programmata dal governo per celebrare la sconfitta sulle tigri Tamil (Ltte), avvenuta il 19 maggio 2009. La popolazione è divisa tra chi considera la sconfitta dei ribelli come un giorno di gloria e felicità, o come un triste evento, costato migliaia di morti e oltre 300mila sfollati e molti vedono nel maltempo un segno divino. Tra il 12 e il 18 maggio, le celebrazioni avrebbero coinvolto l’intera capitale, culminando il 20 maggio con parate dell’esercito e l’inaugurazione di un memoriale ai caduti nell’ex di zona guerra di Elephant Pass nel distretto di Jaffna. Tutto è stato però rimandato a data da destinarsi, a causa delle inondazioni che nei giorni scorsi hanno sommerso interi villaggi nei distretti di Gampaha, Colombo e Kalutara, con un bilancio ufficiale di almeno 20 morti e oltre 606mila sfollati.

Nimalka Fernando, donna attivista per i diritti umani e avvocato, afferma ad AsiaNews: “Le celebrazioni dovrebbero richiamarci tutti alla ricerca della verità e trovare così una via alla riconciliazione. Ma non possiamo chiedere alla gente di riconciliarsi senza considerare i dolori, le umiliazioni e le discriminazioni sofferte dalla popolazione tamil durante tutta la guerra e in particolare negli ultimi due anni”.  Secondo la donna è necessario riconoscere gli errori fatti in passato e costruire una politica basata sulla condivisione del potere, uguaglianza e dignità, a tutt’oggi impossibile con il governo di Rajapksa che ha reso il Paese una sorta di regime. 

P. Reid Shelton Fernando, sacerdote e coordinatore per l’arcidiocesi di Colombo del Young Christian Workers (Ycw) e  del Council World Mission (Cwm), vede nella vittoria sui ribelli Tamil  “una sconfitta del terrorismo”, ma non un‘estirpazione delle ragioni che hanno portato la guerra civile nel Paese. “Nell’ultimo anno – afferma - non vi è stata alcuna riconciliazione tra le due comunità, non c’è un vero processo di risanamento delle ferite”. Il sacerdote sottolinea come molte aree un tempo terra dei Tamil sono state trasformate in campi militari, mentre chi visita la penisola Jaffna  o altri teatri di guerra viene soprattutto per celebrare la disfatta dei ribelli e non per dare aiuto alla popolazione. “La vittoria – continua – non deve essere celebrata da un unico gruppo. Ma Se la sconfitta dell’Ltte ha portato buoni frutti, allora perché le elezioni hanno mostrato un’alienazione totale dei tamil dalla maggioranza?”. Il sacerdote dice che per queste ragioni la Settimana degli eroi di guerra non può essere considerata una festa.   

Dal gennaio 2009, inizio della grande offensiva lanciata dall’esercito per sconfiggere l’Ltte, i profughi tamil delle province settentrionali (83mila) vivono quasi come prigionieri e il governo li considera ancora come potenziali ribelli. A essi si aggiungono gli oltre 300mila rifugiati da quasi due anni chiusi in campi privi dei servizi di prima necessità, dove vi è un bagno ogni 1500 persone.  In 25 anni la guerra tra esercito ed Ltte è costata quasi 700mila morti, in gran parte civili, di cui 25mila solo negli ultimi due anni di offensiva. Il governo ha sempre rifiutato l’accusa di crimini contro l’umanità fatte da varie organizzazioni mondiali per i diritti umani.