Mons. Luigi Padovese assassinato nel sud della Turchia
di Geries Othman
E' stato accoltellato da un suo collaboratore. Un pastore molto impegnato nell'ecumenismo e nel dialogo con l'islam. Si preparava ad andare a Cipro ad incontrare il papa. Il suo ricordo per don Andrea Santoro. Un commento da parte del direttore della Sala stampa vaticana.
Ankara (AsiaNews) - Mons. Luigi Padovese, vescovo di Iskenderun, nell’Anatolia, è stato ucciso oggi verso le 13. Un suo amico sacerdote l’aveva incontrato poco dopo le 12 e aveva parlato con lui.
 
I primi sospetti sull’autore dell’assassinio cadono sul suo autista e collaboratore, un musulmano che collaborava da tempo con il prelato, che lo avrebbe accoltellato. Secondo testimoni in questi giorni l’autista sembrava “depresso, violento pieno di minacce”.
 
Mons. Padovese, 63 anni, era dal 2004 vicario apostolico dell’Anatolia e attuale presidente della Conferenza episcopale turca.
 
Il vescovo era molto impegnato nell’ecumenismo e nel dialogo con l’Islam, come anche nel far rivivere le diverse comunità cristiane turche. Ieri aveva incontrato le autorità turche per affrontare i problemi legati alle minoranze cristiane. Domani sarebbe andato a Cipro, per incontrare Benedetto XVI, in viaggio sull’isola per pubblicare l’Instrumentum Laboris del Sinodo per le Chiese del Medio oriente.
 
La Chiesa turca non è nuova a violenze, uccisioni e minacce. Nel 2006 era stato ucciso a Trabzon il sacerdote Fidei Donum don Andrea Santoro.
 
Nello stesso 2006, alla messa di suffragio per il sacerdote ucciso, mons. Padovese aveva detto: “Noi perdoniamo chi ha compiuto questo gesto. Non è annientando chi la pensa in modo diverso che si risolvono i conflitti. L’unica strada che si deve percorrere è quella del dialogo, della conoscenza reciproca, della vicinanza e della simpatia. Ma fintanto che sui canali televisivi e sui giornali assistiamo a programmi che mettono in cattiva luce il cristianesimo e lo mostrano nemico dell’islam (e viceversa), come possiamo pensare a un clima di pace?”. E ancora, riferendosi a don Santoro, ha aggiunto: “Chi ha voluto cancellare la sua presenza fisica, non sa che ora la sua testimonianza è più forte”.
 
Il direttore della Sala stampa vaticana, p. Federico Lombardi, all’apprendere la notizia, ha dichiarato: “Ciò che è accaduto è terribile, pensando anche ad altri fatti di sangue n Turchia, come l’omicidio alcuni anni fa di don Santoro”. “Preghiamo perché il Signore lo ricompensi per il suo grande servizio per la Chiesa e perché i cristiani non si scoraggino e seguendo la sua testimonianza così forte continuino a professare la loro fede nella regione”.