West Java, i cristiani protestano all’Onu contro la chiusura della loro chiesa
di Mathias Hariyadi
Le autorità comunali vogliono impedire ai fedeli di svolgere qualsiasi attività pubblica. Dopo il ricorso a varie autorità pubbliche senza esito, ora i cristiani della Yasmin Church si appellano all’Onu contro discriminazioni e persecuzione.

Jakarta (AsiaNews) – I seguaci della Gereja Kristen Indonesia, o Indonesian Christian Church (Gki, più nota come Yasmin Church), si appelleranno alle Nazioni Unite contro la decisione delle autorità di Bogor di chiudere la loro chiesa. Le autorità da tempo cercano di impedire manifestazioni pubbliche della fede cristiana nella zona, cedendo alle pressioni di islamici estremisti. Ma i cristiani rivendicano il diritto di professare la fede dove abitano, a costo di pregare in strada.

La decisione è stata presa ieri 3 giugno. I pastori Ujang Tanusaputra e Diah Renata Anggraeni, dirigenti della Yasmin Church, hanno ribadito in conferenza stampa che l’Imb (il permesso legale di stabilire un edificio di culto) è stato loro rilasciato dal capo dell’amministrazione di Bogor sin dal 2006, per ricostruire la nuova chiesa e altri edifici per le attività del gruppo. Ma in seguito le autorità municipali di Bogor hanno iniziato a discriminarli, fino all’ordine del 12 marzo di sospendere qualsiasi attività della chiesa.

“Hanno costretto i nostri fedeli – spiega il reverendo Tanusaputra – a tenere per strada la funzione religiosa settimanale, l’11 e il 25 aprile, il 9 e il 24 maggio”. “Abbiamo deciso di appellarci all’Onu dopo esserci rivolti a vari corpi indonesiani senza successo”.

In precedenza le autorità di Bogor avevano “congelato” l’Imb e la Gki aveva impugnato la decisione. Il Tribunale amministrativo di Bandung ha dichiarato illegale la revoca dell’Imb e nel marzo 2010 la Gki – secondo quanto indicato in una dichiarazione di Thomas Wadudara, responsabile per la costruzione della chiesa – ha chiesto alle autorità cittadine di poter proseguire l’opera.

Rini, una seguace della chiesa, commenta ad AsiaNews che “questo è un chiaro esempio di grave discriminazione di un gruppo di minoranza”.

La decisione è sostenuta da vari gruppi pro-diritti umani. Alexander Paulus, dell’Human Rights Working Group, spiega che “i funzionari di Bogor non solo hanno danneggiato proprietà della chiesa nell’area e il suo edificio, ma hanno anche dissestato il luogo per impedire ai fedeli di tenere ancora i loro servizi religiosi”.

La Chiesa in costruzione si trova nel cosiddetto complesso Yasmin Garden; sopra un’area di 1.700 metri quadrati i cristiani hanno realizzato anche altre costruzioni utili per le loro opere, fino all’ordine di sospensione del 12. marzo. La presa di posizione delle autorità comunali è giunta dopo una serie di proteste di gruppi musulmani estremisti, come lo Hisbut Tahrir Indonesia e l’Islamic Defender Front, che accusano i cristiani di “proselitismo” e si oppongono a qualsiasi costruzione e manifestazione pubblica della loro fede. A fine aprile migliaia di estremisti hanno assalito e appiccato il fuoco a un complesso cristiano a Bogor, opponendosi alla costruzione di un centro educativo, con l'accusa che si voglia invece realizzare un luogo di preghiera.