Centinaia contro il tribunale che ha imposto il divorzio all’interno della Chiesa copta
di Yasmine Saleh
Manifestazione davanti alla Cattedrale di San Marco al Cairo per protestare contro la decisione del tribunale secondo cui anche i copti possono risposarsi dopo il divorzio. In Egitto in materia di matrimonio e divorzio la legge segue la religione della coppia. Dura opposizione del papa copto Shenouda III.

Il Cairo (AsiaNews) – Centinaia di copti si sono riuniti il 9 giugno davanti alla Cattedrale di San Marco al Cairo per sostenere papa Shenouda III, guida della Chiesa ortodossa copta egiziana, nel rifiuto di una decisione del tribunale secondo cui gli uomini copti possono risposarsi dopo il divorzio. L’alta corte ha motivato la decisione affermando che “quello di formare una famiglia è un diritto costituzionale” e che nessuna religione può negare questo diritto.

Già nel marzo 2008 il tribunale aveva emesso una sentenza simile e il papa Shenuoda III l’aveva rigettata, firmando un documento ufficiale insieme ad altri 90 membri della Chiesa copta egiziana.

“L’alta corte non ha l’autorità di dettare credo e pratiche religiosi” ha dichiarato Shenouda III. “La Chiesa rispetta la legge ma non accetta regole che non derivino dalla Bibbia”.

“Inoltre”, ha aggiunto “chiunque divorzia civilmente è libero di risposarsi. Ci sono molti modi e molte chiese per farlo, ma non nella comunità copta. Chi vuole rimanere nella Chiesa deve obbedire alle sue leggi”.

Secondo la legge personale egiziana, matrimonio e divorzio sono regolati in base alla religione degli sposi. La Chiesa copta egiziana, al contrario della comunità musulmana, impedisce di risposarsi dopo il divorzio. In caso di matrimonio misto prevale la legge islamica.

La decisione del tribunale, travalicando la legge personale egiziana e imponendo alla Chiesa copta di risposare i divorziati, mina i tentativi della Chiesa di rimanere autorevole nei confronti dei cristiani in Egitto, che rappresentano il 10% della popolazione contro il 90% dei musulmani.