La Cina vuole finanziare il 60% dei progetti statali in attuazione in Ecuador
Banche cinesi finanzieranno la costruzione di una poderosa diga, per fornire all’Ecuador il 35% del fabbisogno energetico. Ditte cinesi realizzeranno l’opera. Ma il progetto è criticato per imprecisione tecnica e molti dicono che il finanziamento ha condizioni a vantaggio soprattutto di Pechino.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Inizierà forse a luglio la costruzione della diga idroelettrica Coca Codo Sinclair, che sarà finanziata all’85% dalla Cina e realizzata dalla statale cinese Sinohydro Corp, per fornire all’Ecuador entro il 2016 il 35% dell’intero fabbisogno energetico. Ma già sono esplose polemiche su aspetti del progetto sia tecnici che ambientalisti ed economici.

L’accordo, siglato il 2 giugno a Pechino dai ministri ecuadorregni Patricio Rivera (Finanze) e Jorge Glas (Settori Strategici), prevede che la cinese Eximbank finanzierà per l’85% il costo previsto di 1,68 miliardi di dollari con un interesse del 6,9%, mentre l’Ecuador fornirà il restante 15%. La diga sorgerà ai piedi delle Ande, nella foresta amazzonica, circa 75 chilometri a est di Quito, sul fiume Coca che si getta nel Napo (un tributario del Rio delle Amazzoni) con una cascata di 600 metri.

La mano d’opera sarà locale, ma molti ingegneri e tecnici specializzati saranno cinesi, come pure in Cina saranno realizzate le turbine e altre parti dell’impianto.

Con simili impianti Quito vuole diminuire la spesa per gas e petrolio (per i quali il governo eroga sussidi per un miliardo di dollari) e affrancarsi dalla dipendenza energetica da Colombia e Perù, da cui importa elettricità.

Ma ci sono accese contestazioni, anzitutto circa la reale produzione di energia, che il governo stima pari a 1.500 megawatt (mw).

Jesus Jativa, ingegnere e professore alla Scuola politecnico nazionale, spiega all’agenzia InterPressService che uno studio del 1992 ha stimato una potenzialità di 859 mw. Egli ritiene che la previsione di possibili 1.500 mw “non sia basata su studi idrologici”. Un successivo studio della ditta statale messicana Cfe indica che il potenziale della diga è di 1.200 mw. Ma il 14 giugno il governo ha chiesto esami “supplementari” alla Cfe, che ha corretto la stima a circa 1.500 mw.

Ma esperti osservano che queste stime appaiono riferirsi alla stazione delle piogge quando le acque del fiume sono alla massima capacità, mentre nel resto dell’anno la portata del fiume è assai inferiore. Jativa osserva che di recente il Paese ha sofferto prolungati periodi di siccità, seguiti da periodi di abbondanza di acque, per cui l’impianto rischia di essere sottoutilizzato per buona parte dell’anno.

Inoltre analisti temono che un’eccessiva adduzione delle acque del Codo possa avere conseguenze gravi sull’ambiente.

Crescono anche le critiche circa le condizioni del prestito, che molti ritengono vantaggiose solo per la parte cinese. Economisti come Mara de la Paz Vela osservano che il finanziamento cinese non è troppo vantaggioso, in quanto molti finanziatori concedono prestiti ventennali per simili progetti a un tasso del 4-5%. L’ex vicepresidente Leon Roldos (dal 1981 al 1984) osserva che, mentre il contratto indica un importo determinato, tuttavia il finanziamento è basato su prezzi indicizzati per materiali e costo del lavoro, con la previsione di possibili aumenti. Egli rileva che nel 2008 il progetto era stimato avere un costo inferiore di circa 400 milioni rispetto agli 1,98 miliardi previsti nel finanziamento.

Il governo risponde che il progetto coprirà il 35% del fabbisogno energetico dell’Ecuador e consentirà un minor inquinamento atmosferico pari a 4 milioni di tonnellate di anidride carbonica l’anno.

Intanto la Eximbank, secondo fonti ufficiali, si propone anche per finanziare l’impianto idroelettrico Sopladora per 600 milioni di dollari, che pure dovrebbe essere realizzato da ditte cinesi. Nel quale caso la Cina finanzierebbe circa il 60% dei progetti pubblici in attuazione in Ecuador.