Bishkek, forze di polizia dell'Ocse per fermare le violenze etniche
Human Rigths Watch si appella all’Ocse, che decide oggi come intervenire, e spiega che nella zona di Osh continuano, capillari, soprusi e violenze contro gli etnici uzbeki. Testimoni accusano le forze di polizia.

Bishkek (AsiaNews/Hrw) – Human Rigths Watch, noto gruppo pro-diritti umani, lancia l’allarme che le violenze etniche nel Kirghizistan meridionale proseguono, in modo meno appariscente ma capillare. E sollecita l’Organizzazione per la Cooperazione la Sicurezza in Europa (Ocse) a mandare subito una forza di polizia.

Il Consiglio Permanente dell’Ocse si riunisce oggi per decidere come intervenire, anche in risposta a una richiesta di intervento del governo provvisorio. Hrw chiede l’immediato invio di una forza di polizia abbastanza numerosa da controllare tutta la parte del Kirghizistan teatro delle recenti violenze e ammonisce che l’invio di osservatori non armati, come ha fatto finora l’Ocse,  rischia di essere “troppo poco e troppo tardi”.

Rachel Denber, vicedirettore di Hrw per Europa e Asia centrale, spiega che “anche se è una buona notizia che il referendum [di domenica 27 giugno] si sia svolto senza violenze, questo non deve far credere che la situazione in Kirghizistan sia risolta”. Al contrario occorre inviare subito una forza di polizia internazionale “per garantire la protezione dei civili e rendere stabile la situazione”.

I funzionari di Hrw presenti ad Osh hanno raccolto testimonianze di continui episodi di violenza organizzata: gruppi etnici kirghizi fermano per strada etnici uzbeki per minacciarli e percuoterli e li “avvertono” di non farsi vedere, nella loro stessa città. I membri di Hrw hanno raccolto “prove credibili e serie” di abusi perpetrati da polizia ed esercito durante le operazioni di sicurezza, anche negli ultimi giorni. Ancora ieri sono proseguiti gli arresti senza apparente ragione di etnici uzbeki, rilasciati dopo alcune ore senza spiegazioni. Tre etnici uzbeki hanno testimoniato di essere stati arrestati e malmenati senza ragione, riportando vistosi ematoma.

Abitanti di Shai-Tepe, un sobborgo uzbeko di Osh, hanno raccontato che la mattina del 23 giugno c’è stata un’incursione di persone armate e alcune con volto coperto, che senza spiegazioni hanno percosso gli uomini. Altre testimonianze parlano di sedicenti poliziotti che vanno per le case a controllare i passaporti e che si appropriano di denaro e altri valori.

Rachel Denber dice che “se le forze di sicurezza durante le loro operazioni hanno violato diritti umani, la verità dev’essere ripristinata. Le autorità devono garantire che chi è coinvolto in queste operazioni non viola la legge e rispetta i diritti dei residenti. Deve essere permesso ai gruppi pro-diritti umani di monitorare queste operazioni”.