Lotta al terrorismo lega Mongolia e Usa

Ulaanbaatar (AsiaNews/Agenzie) – È iniziata una "nuova era" nei rapporti fra Mongolia e Usa. Lo ha dichiarato di recente il presidente mongolo Natsagiyn Bagabandi incontrando l'assistente segretario di Stato Usa James Kelly.

Kelly ha ringraziato la Mongolia per il suo appoggio alla lotta contro il terrorismo e per la pacificazione e la ricostruzione dell'Iraq. Da luglio scorso circa 200 soldati mongoli sono impegnati in operazioni di peacekeeping nella zona di Hillah (sudovest dell'Iraq) sotto comando polacco.

Ulaanbaatar ha prontamente offerto il proprio appoggio alla guerra contro il terrorismo del presidente americano Bush: ad oggi ha già inviato 3 volte truppe in territorio iracheno. Ufficiali mongoli sono incaricati di addestrare l'esercito del nuovo Afghanistan.

L'atteggiamento del governo di Natsagiyn Bagabandi nei confronti della minoranza islamica dell'ovest del Paese sta diventando un modello per gli Stati dell'area che vogliono stabilire rapporti positivi con il mondo islamico.

Grazie alla sua dislocazione strategica fra Russia e Cina la Mongolia è sempre più importante nella politica internazionale americana. Inoltre Cina e Russia, entrambe alla ricerca di fonti energetiche sono molto interessate alle risorse naturali del Paese.

Analisti politici ritengono che, dopo un decennio di transizione da un modello stalinista alla democrazia, la Mongolia possa rappresentare un modello positivo di evoluzione per i Paesi dell'estremo oriente, anzitutto per la Corea del Nord.

La Mongolia, vasta circa quanto l'Alaska (1.565.000 kmq), conta solo 2milioni 700mila abitanti. La religione prevalente è il buddismo (95%), con minoranze islamiche (4%) e cristiane (1%).