Gli Stati Uniti accusano Singapore sul traffico di esseri umani
di Jeremy Lim
Singapore non farebbe abbastanza per impedire prostituzione e sfruttamento del lavoro. Il rapporto del Dipartimento di Stato Usa sul traffico umano mette la città-stato insieme ad Afghanistan, Iraq, Cina e India. Singapore rifiuta le accuse e invita gli Stati Uniti ad esaminare con più attenzione i dati.

Singapore (AsiaNews) – Governo di Singapore e dipartimento di Stato Usa si scontrano sul problema del traffico di lavoratori e prostitute. Nei giorni scorsi le autorità della città–stato hanno pubblicato un documento in risposta alle critiche di inadempienza dell’Annuale rapporto Usa sul traffico di uomini.  “Singapore –si legge nel documento - non ha un serio problema di traffico di persone. Gli Stati Uniti dovrebbero forse esaminare i propri dati con più attenzione prima di pronunciarsi su altri Paesi”.

Nell’annuale Rapporto sul traffico di persone (Trafficking in Persons Report 2009), pubblicato in giugno, Washington ha inserito Singapore insieme a  Paesi come Afghanistan, Iraq, Cina e India.

Secondo il rapporto a Singapore sono attivi gruppi della criminalità operanti nel mercato del sesso di donne e bambini. Essi attirano le vittime, provenienti da Thailandia, Filippine e Cina con offerte di lavoro legali o con visti turistici, ma una volta a Singapore le costringono a prostituirsi. I luoghi di incontro sarebbero concentrati nei dormitori dei lavoratori migranti, appartenenti al demanio pubblico. Il Dipartimento di Stato americano dice che "il governo ha mostrato una risposta inadeguata al problema traffico sessuale a Singapore", evitando di punire i criminali e attendendo il ricorso delle vittime invece di procedere di propria iniziativa.

Singapore nega di essere "passiva e poco reattiva" alla criminalità e invita gli Usa a rivedere i dati.

Nel contro-rapporto, pubblicato il 2 luglio scorso, il governo della città-stato cita le 2.252 ispezioni fatte nel 2009 per controllare i lavoratori stranieri. Esso nega anche le accuse di poco impegno nel punire il lavoro coatto, citando i 476 datori di lavoro processati nel 2009, ma sotto diverse clausole del codice penale. Nel rapporto il governo segnala le 2.600 operazioni contro la prostituzione e l’arresto di oltre 7600 persone, registrando un aumento rispetto alle 1400 operazioni e 5.047 arresti del 2008.