Studenti cristiani in Pakistan vittime di violenze e discriminazioni
Minorities Concern of Pakistan denuncia un clima di intolleranza ed emarginazione nelle classi. Negli istituti governativi si commettono la maggior parte delle violazioni, a causa di un sistema “fragile” che associa il Pakistan a un “Paese solo per musulmani”. Un’associazione di insegnanti chiede l’intervento del capo della giustizia contro il Ministero federale per l’Istruzione.
Lahore (AsiaNews) – Gli studenti delle minoranze religiose in Pakistan, fra cui i cristiani, sono vittime di emarginazione, discriminazioni ed episodi di violenze a causa della loro fede e del loro status. La denuncia arriva da Minorities Concern of Pakistan (Mcp), secondo cui sono proprio gli istituti governativi i luoghi in cui avvengono la maggior parte delle violazioni, compiute sia dai compagni di classe che dai professori. Il meccanismo a difesa delle minoranze, aggiungono, è “fragile” e non salvaguarda i loro diritti.
 
L’8 luglio scorso la Pakistan Minorities Teachers’ Association (Pmta) ha inviato una lettera a Iftikhar Muhammad Chaudry, a capo del sistema giudiziario del Paese, invitandolo a prendere “iniziative personali” contro il Ministro federale per l’Istruzione. Egli avrebbe infatti “violato i diritti degli studenti delle minoranze, tra cui cristiani, indù, sikh e ahmadi”.
 
Gli attivisti di Mcp riportano due casi di discriminazioni contro studenti cristiani, a conferma del clima di intolleranza. Il 28 maggio scorso una dozzina di uomini armati ha attaccato il pastore Mubarak Masih e la famiglia. A scatenare le violenze verso il leader cristiano, il rifiuto opposto dalla nipote Shaid, di 13 anni, di recitare versi del Corano in classe. Il fatto è avvenuto in una scuola di Smundri, nel Punjab. La polizia non ha aperto alcuna inchiesta verso gli assalitori, nonostante la denuncia sporta dal pastore.
 
Lo scorso anno, invece, l’undicenne cristiana Nadia Iftikhar ha subito violenti percosse dalla sua insegnante in una scuola di Dharema, sempre nel Punjab. La docente ha reagito all’affermazione della ragazzina, che affermava di essere al contempo “pakistana e cristiana”. Secondo Hasan Ascari Rizvi, analista politico di Lahore, il governo non ha mai voluto avviare una seria riforma dei programmi scolastici. E a dispetto di quanto è affermato nella Costituzione, nei libri di testo “il Pakistan è associato ai musulmani… e si afferma che il Pakistan è un Paese solo per musulmani”.
 
Rebecca Winthorp del Center for Universal Education di Brookings, istituto con base a Washington, aggiunge che “a livello storico l’educazione in Pakistan è stata usata come mezzo dai vari regimi per perseguire oscure finalità politiche”. Gli attivisti a difesa delle minoranze, invece, auspicano una riforma del sistema e un cambio di mentalità che permetta anche ai cristiani, insieme alle altre minoranze, di potenziare il livello di istruzione (solo il 19% è alfabetizzato) e migliorare la qualità di vita.