Zahedan: doppio attentato suicida in moschea, 22 morti e 160 feriti
La strage rivendicata dal gruppo sunnita Jundullah, in risposta all’impiccagione del loro leader del mese scorso. Fra le vittime membri dei Pasdaran. I kamikaze hanno colpito durante i festeggiamenti della comunità sciita, che celebrava l’anniversario dell’imam Hussein, nipote di Maometto.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – È di 22 morti e 160 feriti il bilancio aggiornato del doppio attentato suicida di ieri sera a Jamia, una moschea sciita nel sud-est dell’Iran. L’attacco, compiuto da due kamikaze, è avvenuto in un’area a maggioranza sunnita. Zahedan, capitale della provincia del Sistan-Baluchistan, è da tempo teatro di attentati compiuti dal gruppo ribelle sunnita Jundullah – i soldati di Dio – il cui leader è stato impiccato il mese scorso. Il doppio attacco di ieri sera potrebbe essere una risposta all’uccisione di Abdolmalek Rigi.  
 
Ali Mohammad Azad, governatore generale del Sistan-Baluchistan, ha confermato alla televisione che “le due esplosioni di fronte alla moschea hanno causato 22 martiri e 160 feriti”. Egli ha aggiunto che alcuni dei feriti sono in condizioni gravissime e il numero dei morti potrebbe aumentare nelle prossime ore. Fra le vittime vi sono alcuni Pasdaran, i Guardiani della rivoluzione, il corpo speciale iraniano fedele alla guida suprema Khamenei.
 
In passato Zahedan, capitale della provincia, è stata teatro di attentati sanguinari compiuti dal gruppo ribelle sunnita Jundullah (i Soldati di Dio), il cui leader Abdolmalek Rigi è stato impiccato il mese scorso. La tv Al-Arabiya afferma di aver ricevuto una mail dal gruppo ribelle, che ha rivendicato l’attentato di ieri sera alla moschea sciita di Jamia. Esso è una risposta all’esecuzione del loro leader ed avvenuta in concomitanza con i festeggiamenti per l’anniversario della nascita dell’imam Hussein, nipote del profeta Maometto e venerato dagli sciiti.