Dalian, petrolio nel Mar Giallo: è disastro ecologico e sociale
Coperti oltre 430 chilometri quadrati di mare, le coste sommerse da uno strato semisolido alto fino a 20 cm. Chiuse le spiagge, ferma la pesca, distrutti gli allevamenti ittici. E’ polemica per la mancanza di un intervento efficace e per il tentativo di nascondere i danni.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il versamento di greggio nel mare per l’esplosione del 16 luglio al porto di Dalian è molto maggiore di quanto ammesso dalle autorità. La Cina, dopo avere per giorni detto che è tutto sotto controllo, ha riconosciuto che il greggio ha raggiunto le spiagge turistiche, che sono state chiuse.

Huang Yong, vicecapo a Dalian dell’Amministrazione per la Sicurezza marittima della Cina, ha ammesso ieri su una televisione locale che “la dispersione di petrolio porrà una seria minaccia agli animali marini, alla qualità dell’acqua e agli uccelli acquatici”.

La pesca è stata vietata nella zona sino a fine agosto, ma esperti già dicono che ci vorrà molto di più e che i danni sulla fauna acquatica non possono ancora essere calcolati. Anche perché non si ha certezza sulla quantità di greggio finito in mare, indicato all’inizio in 1.500 tonnellate. I fiorenti allevamenti ittici della zona, rinomati anche in Giappone, sono stati devastati dall’onda scura.

L’ammissione in televisione dimostra la gravità della situazione, dopo che per giorni i media statali hanno ripetuto che tutto era sotto controllo e che la macchia di greggio sarebbe stata annullata in pochissimi giorni. Esperti ed ecologisti dicono che è “irresponsabile” coprire l’esatta entità di un disastro che riguarda la vita dell’intera zona.

La macchia nera ieri copriva 430 chilometri quadrati del Mar Giallo e continua a espandersi,  nonostante l’abnegazione di centinaia di soldati e residenti che cercano di tamponarla. Ma è polemica anche sulle operazioni di bonifica: il quotidiano Youth Daily riporta lo sfogo di un funzionario, che protesta per la mancanza dell’attrezzatura minima necessaria per recuperare il greggio, “così i nostri lavoratori indossano guanti di gomma e usano bastoni” per immergere pezze di tessuto e assorbirlo (nella foto). “Questa inefficienza – prosegue – significa che il greggio arriverà alla costa… Questa distesa di petrolio è davvero difficile da pulire in poco tempo”. Sono state versate oltre 23 tonnellate di microrganismi che trasformano gli idrocarburi tossici del greggio in sostanze meno nocive. Il pompiere Zhang Liang 2 giorni fa è caduto in mare ed è morto per il petrolio, ma solo oggi le autorità lo hanno ammesso dopo che era stato denunciato da Greenpace China (Gc).

Zhong Yu, attivista di Gc, ha visitato alcune baie della zona e le ha trovate “quasi del tutto coperte di scuro petrolio”. “Il greggio è semisolido e mezzo liquido ed è vischioso come asfalto”, uno strato alto fino a 20 centimetri. Nei primi giorni le autorità hanno negato che la marea nera minacciasse le coste.