Pyongyang, “pubblica umiliazione” per la Nazionale di calcio dopo la sconfitta ai mondiali
di Joseph Yun Li-sun
La squadra è stata sottoposta a sei ore di accuse da parte di un pubblico composto da circa 400 persone. L’accusa più grave è quella di “aver tradito la fiducia di Kim Jong-il”. L’allenatore espulso dal Partito e mandato a lavorare in un cantiere edile della capitale.
Seoul (AsiaNews) – La Nazionale di calcio della Corea del Nord è stata sottoposta a sei ore di pubbliche accuse da parte di un pubblico composto da 400 fra studenti e dirigenti di regime “per aver tradito la fiducia di Kim Jong-il” perdendo le tre partite del girone della Coppa del Mondo africana. L’allenatore è stato poi spedito in un cantiere edilizio della capitale, mentre ai giocatori non sembra siano state comminate pene particolare.
 
Secondo una fonte di Radio Free Asia, la reprimenda è avvenuta lo scorso 2 luglio nel Palazzo della cultura del Popolo di Pyongyang, tre giorni dopo il ritorno a casa dei calciatori dal Sud Africa. I due calciatori di origine giapponese della squadra, Jong Tae-se e An Yong-hak, sono stati esentati: sembra che entrambi siano tornati direttamente in Giappone. Fra il pubblico c’era anche il vice Segretario del Partito dei lavoratori, e ministro dello Sport, Pak Myong-chol.
 
La squadra, ferma su un palco, è stata messa sotto processo dal commentatore sportivo Ri Dong-kyu, della televisione di Stato che ne ha sottolineato tutti gli errori. In maniera particolare, il 7 a 0 subito dal Portogallo: la nazionale lusitana aveva eliminato la Corea del Nord anche nell’ultimo Mondiale a cui questa aveva partecipato, quello del 1966. Subito dopo, i calciatori hanno criticato il loro allenatore Kim. Questi sarebbe stato espulso dal Partito e mandato a lavorare in un cantiere.