Papa: “vivo compiacimento” per il bando delle munizioni a grappolo
All’Angelus, Benedetto XVI torna ad affidare i pastori della Chiesa all’intercessione del santo Curato d’Ars. Commentando il Vangelo di oggi sottolinea come “far dipendere la propria vita da realtà così passeggere è, dunque, stoltezza. L’uomo che confida nel Signore, invece, non teme le avversità della vita, neppure la realtà ineludibile della morte”.
Castel Gandolfo (AsiaNews) – L’entrata in vigore, oggi, della convenzione sul bando delle munizioni a grappolo, è stata accolta con “vivo compiacimento” del Papa, che ha esortato tutti gli Stati ad aderire all’accordo e ha espresso la speranza che “si continui con sempre maggior vigore su questa strada, per la difesa della dignità e della vita umana, per la promozione dello sviluppo umano integrale, per lo stabilimento di un ordine internazionale pacifico e per la realizzazione del bene comune di tutte le persone e di tutti i popoli”
 
La soddisfazione di Benedetto XVI per un atto col quale “la Comunità internazionale ha dimostrato saggezza, lungimiranza e capacità nel perseguire un risultato significativo nel campo del disarmo e del diritto umanitario internazionale” è stata espressa dopo la recita dell’Angelus, nel cortile interno del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo.
 
Prima della recita della preghiera mariana, alle tremila persone presenti, il Papa ha ricordato alcuni santi dei quali in questi giorni ricorre la memoria liturgica: sant’Ignazio di Loyola, fondatore dei gesuiti, sant’Alfonso Maria de’ Liguori, fondatore dei Redentoristi, sant’Eusebio, primo Vescovo del Piemont e san Giovanni Maria Vianney, il Curato d’Ars, “che - ha detto Benedetto XVI - ha guidato con il suo esempio l’Anno Sacerdotale appena concluso, e alla cui intercessione nuovamente affido tutti i Pastori della Chiesa. Impegno comune di questi Santi è stato quello di salvare le anime e di servire la Chiesa con i rispettivi carismi, contribuendo a rinnovarla e ad arricchirla”.
 
“Questi uomini - ha proseguito - hanno acquistato ‘un cuore saggio’ (Sal 89,12), accumulando ciò che non si corrompe e scartando quanto è irrimediabilmente mutevole nel tempo: il potere, la ricchezza e gli effimeri piaceri. Scegliendo Dio hanno posseduto ogni cosa necessaria, pregustando fin dalla vita terrena l’eternità (cfr Qo, 1-5).
 
Lo stesso argomento, nel Vangelo di oggi, è al centro della parabola del ricco stolto, a proposito del quale il Papa ha commentato come “l’uomo stolto nella Bibbia è colui che non vuole rendersi conto, dall’esperienza delle cose visibili, che nulla dura per sempre, ma tutto passa: la giovinezza come la forza fisica, le comodità come i ruoli di potere. Far dipendere la propria vita da realtà così passeggere è, dunque, stoltezza. L’uomo che confida nel Signore, invece, non teme le avversità della vita, neppure la realtà ineludibile della morte: è l’uomo che ha acquistato ‘un cuore saggio’, come i Santi”.