Il Bangladesh mette al bando i partiti islamici
La Corte suprema dichiara fuorilegge gli emendamenti costituzionali compiuti durante i regimi militari dal 1970 al 1990, che avevano permesso l’ascesa in parlamento dei partiti filo islamici. Il provvedimento era stato presentato per la prima volta in gennaio, ma è rimasto bloccato per 6 mesi a causa del ricorso in appello chiesto dai leader politici musulmani. Ministro della giustizia: “La laicità sarà di nuovo la pietra angolare della nostra costituzione".

Dhaka (AsiaNews/Agenzie) – La Corte suprema del Bangladesh ha reintegrato il provvedimento che mette al bando i partiti islamici. In un documento di 184 pagine, presentato il 26 loglio scorso, la Corte ha demolito il quinto emendamento della costituzione del 1979, comprese quelle disposizioni che avevano permesso l’ascesa in parlamento dei partiti filo islamici durante i regimi militari (1975 – 1979; 1982 – 1990). Il provvedimento, presentato per la prima volta a gennaio, è rimasto bloccato per 6 mesi per un processo di appello chiesto dai leader islamici.

Dopo l'indipendenza dal Pakistan nel 1971, la prima costituzione del Bangladesh ha fatto della laicità uno dei suoi pilastri fondamentali. Nel 1979 l’allora governo militare di Ziaur Rahman (1975 – 1979) modifica la costituzione, ponendo "la fede in Allah" come unico principio guida della costituzione, trasformando il Bangladesh in uno Stato islamico. Nel 1988, un nuovo governo militare, questa volta guidato da Hussain Muhammad Ershad (1982 – 1990), dichiara l’Islam religione di Stato e “consacra” la costituzione alla fede musulmana, inserendo nel testo diversi versetti del Corano. A partire dal 1990, il graduale ritorno alla democrazia consente all’Alta corte di elaborare nel 2005 un primo provvedimento per dichiarare illegali le modificazioni costituzionali compiute durante i regimi militari, tra cui il quinto emendamento. Ma l’azione della Corte, sostenuta dai partiti laici, si blocca per l’opposizione degli estremisti islamici alleati del Partito nazionalista del Bangladesh (Bnp), allora al governo. Nel 2008 la discussione sul quinto emendamento rientra con forza dopo la vittoria alle elezioni del partito laico Awami League (Al), ma solo nel 2010 la Corte riesce a formalizzare il provvedimento.  

Ahmed Shafiq, ministro della giustizia, ha dichiarato che il provvedimento darà un duro colpo ai partiti estremisti che non potranno più usare la religione con scopi politici.

"La laicità – ha affermato il ministro - sarà di nuovo la pietra angolare della costituzione". Per il momento la sentenza della corte non prevede la cancellazione dell’ispirazione islamica della costituzione, ma secondo Shafiq “grazie  alla demolizione del quinto emendamento, le modificazioni fatte durante i regimi militari possono ora essere impugnate in tribunale". Inoltre il provvedimento dichiara fuorilegge tutti coloro che hanno sostenuto i regimi dal 1975 al 1990. "In teoria – aggiunge il ministro - ogni cittadino del Bangladesh potrebbe avviare ora un'azione legale contro un ex dittatore militare. L'abrogazione della modifica serve anche a limitare la possibilità di futuri colpi di Stato”.