Indonesia, accoltellato pastore protestante: attacco alla libertà religiosa
di Mathias Hariyadi
Un gruppo di ignoti assalitori ha colpito il pastore protestante Afian Sihombing, al momento ricoverato in condizioni critiche. Nell’attacco è stata ferita anche il capo della congregazione protestante di Pondonk Bekasi, Luspida Simanjutak. Attivisti e sacerdoti: si cerca di colpire il pluralismo, pilastro della nostra società.

Jakarta (AsiaNews) – Un gruppo di assalitori, composto da 8 persone per il momento ancora ignote, ha accoltellato ieri mattina il pastore protestante Afian Sihombing, che guida la comunità cristiana della reggenza di Pondonk Bekasi est. Il religioso, ricoverato in condizioni critiche, è stato colpito allo stomaco. Nell’attacco è stata ferita anche Luspida Simanjutak, che insieme al pastore guida la Huria Batak Kristen Protestant: Ha riportato tagli alla faccia, alla testa e alla schiena.

Secondo le prime ricostruzioni, i due sarebbero stati aggrediti perché non hanno rinunciato all’idea di celebrare una funzione all’aperto a Ciketing Asem, piccolo centro della Reggenza, nonostante le violente proteste di alcuni fondamentalisti islamici del luogo. La polizia nega l’ipotesi: secondo il sovrintendente Imam Sugianto, dietro l’attacco non ci sono problematiche di tipo religioso.

La pensano diversamente gli attivisti per i diritti umani e i sacerdoti locali. Secondo Todung Mulya Lubis, noto avvocato che opera a favore dei diritti umani, “questo attacco è chiaramente mirato alla libertà di culto. Si tratta di una seria violazione all’identità fondamentale dell’Indonesia, che rispetta fortemente il pluralismo religioso”.  Secondo il padre gesuita Franz Magnis Suseno, “l’accoltellamento mostra come gli indonesiani, a differenza degli anni passati, stiano iniziando a essere meno tolleranti. Credo che dovremmo praticare di più questa virtù, invece di parlarne e basta”.

Rachland Nasik, attivista per i diritti umani, chiede al governo di “agire contro coloro che si oppongono alla libertà religiosa e che si impegnano per eliminare le altre fedi. Queste sette non si muovono soltanto a livello locale, ma iniziano a essere influenti anche nel centro del Paese e persino nel governo, dove alcuni ministri approvano leggi che contraddicono lo spirito pluralista del Paese. La libertà religiosa, uno dei pilastri dell’Indonesia, è sotto attacco. Sta montando in maniera pericolosa la minaccia contro le minoranze”.

Parlando con AsiaNews circa tre settimane fa, la Simanjutak aveva espresso l’intenzione di continuare con la propria missione senza paura, nonostante l’aumento delle minacce contro i cristiani, e aveva sottolineato il loro diritto a celebrare i propri riti all’aperto.