Chiesa dell’Orissa: Dopo i pogrom eliminare paura e diffidenza tra le persone
di Santosh Digal
Nella Giornata internazionale per la pace, la popolazione di Kandhamal organizza attività comuni con membri delle varie fedi religiose, per far comprendere la necessità del dialogo interreligioso tra cristiani e indù a due anni dai Pogrom. Arcivescovo di Cuttack - Bhubaneswar: “La Chiesa sta compiendo tutti i suoi sforzi per eliminare la paura e la diffidenza tra le persone”.

Bhubaneswar (AsiaNews) – In occasione della Giornata internazionale della pace, la Chiesa dell’Orissa rinnova il suo impegno nel promuovere il dialogo interreligioso e l’armonia fra la popolazione di diverse religione. Mons. Rapahel Cheenath, arcivescovo di Cuttack dice ad AsiaNews, che a due anni dai pogrom anticristiani costati 93 morti, fedeli e Chiesa stanno portando avanti i loro sforzi per la costruzione della pace, della parrocchie e delle istituzioni e per coinvolgere persone di altre confessioni religiose. 

“Si stanno compiendo tutti i suoi sforzi – racconta il prelato - per eliminare la paura e la diffidenza tra le persone”. “La Chiesa – aggiunge - sta formando dei leader che siano in grado di dialogare con persone di fede diversa e sta facendo in modo che anche le altre comunità scelgano come guida persone di cuore e mentalità aperta”.

Per la Giornata internazionale della pace, la parrocchie di Kandhamal hanno organizzato attività comuni con i membri delle varie fedi, come seminari, momenti di sport e giochi all’aperto.

P. Bijaya Kumar, supervisore per la Chiesa del processo di pace a Kadhamal, afferma :"Stiamo cercando di collaborare con tutti quei settori della società che desiderano lavorare per la pace, che è al momento è il nostro principale obiettivo”. Il sacerdote sottolinea che il processo di riconciliazione tra la popolazione deve essere sostenuto da tutti.

Tra dicembre 2007 e agosto 2008 nel distretto di Kandhamal, gli estremisti indù hanno ucciso 93 persone, bruciato e depredato oltre 6500 case, distrutto oltre 350 chiese e 45 scuole. A causa dei pogrom, oltre 50mila persone sono fuggite nella foresta; molti di loro vivono in capi profughi. Altri, ritornati ai loro villaggi, sono stati costretti a riconvertirsi all’induismo. A tutt’oggi, gran parte degli autori dei crimini sono in libertà e al processo presso il tribunale di Kandhamal i testimoni sono stati messi a tacere, con minacce e intimidazioni.