Il popolo dello Sri Lanka saluta il nuovo card. Malcom Ranjith
di Melani Manel Perera
L’arcivescovo di Colombo è l’unico asiatico tra i 24 cardinali che saranno nominati il prossimo 20 novembre da Benedetto XVI. AsiaNews ha raccolto alcuni commenti di cattolici, buddisti, tamil, laici e religiosi dello Sri Lanka.

Colombo (AsiaNews) – Mons. Malcom Ranjith, arcivescovo di Colombo è l’unico porporato asiatico tra i 24 che saranno nominati il prossimo 20 novembre da Benedetto XVI. L’annuncio è stato dato oggi dallo stesso pontefice al termine dell’udienza generale. La notizia è stata accolta con favore dalla popolazione e anche il presidente Mahinda Rajapaksa si è congratulato con l’arcivescovo. AsiaNews ha raccolto alcuni commenti a caldo di cristiani, buddisti, singalesi e tamil dell’arcidiocesi di Colombo.

P. Reginald Saparamadu, direttore delle Pontificie opere missionarie dello Sri Lanka, afferma: “Sono molto felice della nomina a cardinale di mons. Ranjith, perchè in questi anni ha sostenuto il Papa lavorando in difesa delle fede e della Chiesa”.

Cliffor David, cristiano tamil e direttore di un' agenzia di viaggi sottolinea che la comunità cattolica e le altre confessioni dello Sri Lanka devono continuare a pregare affinché Dio guidi l’arcivescovo nel suo cammino di cardinale e nel suo ministero di sacerdote. Chalani Senadeera, cattolica e membra della Holy Childood comunity di Wewala, afferma: “Sono molto felice di sentire che il nostro amato arcivescovo sarà cardinale, penso che sia una grande occasione per la nostra Chiesa”. “Io - aggiunge - sono stata una sua allieva ed egli è anche il fondatore della nostra comunità, sono quindi contenta di poter pregare per lui ogni giorno”.

Madampagama Assaji Thero, sacerdote buddista e segretario esecutivo dell’Interreligious Peace Foundation, ringrazia il Papa per la scelta e sottolinea che la nomina di mons. Ranjith è un arricchimento per tutti i leader religiosi buddisti dello Sri Lanka. “Quando era vescovo della diocesi di Rathnapura – afferma – ha fatto molto per il dialogo interreligioso, non solo cercando di risolvere i problemi etnici, ma anche dialogando direttamente con i leader delle Tigri Tamil”.

Un altro buddista, Ranatunga Anura, laico e membro di HelpAge, organizzazione caritatevole a favore di bambini e anziani, afferma: “Mi congratulo con mons. Ranjith e spero che possa svolgere con successo il suo nuovo incarico”. “Anche se sono buddista – continua – ho letto spesso i suoi articoli e libri e penso che sia uno dei pochi leader religiosi saggi e sapienti di questo Paese”. L’uomo invita mons. Ranjith ad avere ancora più attenzione alle problematiche del Paese e spera che grazie alla sua nomina potrà guidare in futuro le autorità dello Sri Lanka sulla strada giusta.

Marimuttu Sathivel, sacerdote anglicano di etnia Tamil, si congratula con l’arcivescovo, ma critica i suoi continui rapporti con il governo e spera che la sua nomina a cardinale sia un’occasione per migliorare la situazione politica nel Paese. 

Nato nel 1947 in una famiglia cattolica di Colombo, mons. Ranjith ha studiato in una scuola dei Fratelli delle scuole cristiane di La Salle. Nel 1966 è entrato nel seminario maggiore di Kandy e si è poi trasferito a Roma, al Collegio di Propaganda Fide, per completare gli studi teologici. Ordinato sacerdote nel 1975 da Paolo VI ritorna in patria nel 1978 e nel luglio del 1991 viene nominato vescovo ausiliare di Colombo. Dopo tre anni diventa vescovo della nuova diocesi di Ratnapura, carica che mantiene fino al 1º ottobre 2001 quando viene nominato segretario aggiunto alla Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli.   Il 29 aprile 2004 diviene nunzio apostolico in Indonesia e Timor Est e gli viene assegnato il titolo arcivescovile di Umbriatico. Dal 10 dicembre 2005 è segretario della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti e nel 2009 papa Benedetto XVI lo ha nominato arcivescovo metropolita di Colombo.   Dal 2010 è il presidente della Conferenza episcopale singalese. Di recente mons. Ranjith ha pubblicato un documento diocesano contro gli abusi liturgici della sua arcidiocesi, in cui ha chiesto sobrietà nella liturgia e la massima attenzione verso la corretta celebrazione dell'Eucarestia, chiedendo a religiosi e fedeli di ricevere la comunione in bocca e in ginocchio.