L’India aumenta il costo del denaro per frenare l’inflazione
Ieri la centrale Banca di India ha aumentato il tasso di interesse sui finanziamenti, è la sesta volta nel 2010. Si vuole frenare l’inflazione, arrivata a settembre all’8,6%, record da 3 anni. Il governatore della banca centrale assicura che non ci saranno ulteriori prossimi aumenti.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – La centrale Banca di India aumenta dello 0,25 il tasso di interesse di riferimento su prestiti e depositi, per frenare la rapida inflazione, ma annuncia che ora il costo del denaro resterà fermo per almeno 3 mesi.

Ieri il tasso per i prestiti della Banca centrale indiana agli istituti è cresciuto a 6,25%. L’India vuole tenere basso il costo del denaro, per favorire la crescita economica del Paese. Ma deve anche frenare la robusta inflazione, arrivata a settembre all’8,6%, record da 3 anni, rispetto al 5,5% di marzo e al limite stabilite dal governo del 6% annuo.

Duvvuri Subbarao, governatore della Banca centrale, ha annunciato che “basandosi solo sugli attuali andamenti di crescita e inflazione, si ritiene che la probabilità di ulteriori azioni sui tassi nell’immediato futuro sia abbastanza bassa”. Ha aggiunto che l’inflazione dovrebbe diminuire già da dicembre e ha precisato che questo intervento non dovrebbe ostacolare la crescita annua, prevista intorno all’8,5%.  Quest’anno sono arrivati fondi esteri per 25 miliardi di dollari nel mercato azionario indiano, un record che ha rinforzato la rupia.

L’Indice dei prezzi di acquisto delle materie prime per le imprese è stato ad ottobre di 56,2 rispetto al 55,6 di settembre. Un indice superiore a 50 indica un’espansione dell’economia, per cui tale indice mostra che la crescita del Paese sta accelerando.

E’ comunque il sesto aumento del costo del denaro nel 2010, a conferma di come sia alto il rischio inflazione. New Delhi deve preservare il potere di acquisto del 75% circa della sua popolazione che vive con meno di 2 dollari al giorno, anche perché l’inflazione colpisce anzitutto il prezzo degli alimentari.

In precedenza, il 19 ottobre la Banca di Cina aveva alzato il costo del denaro dello 0,25, primo aumento da fine 2007, portando il costo dei prestiti a 12 mesi al 5,56%. Anche Pechino ha indicato la necessità di combattere l’inflazione, come pure di impedire movimenti speculativi in settori sensibili come quello immobiliare.