Professore rapito: università pakistane chiudono per protesta
di Jibran Khan
Ajmal Khan parente di Asfandyar Wali, capo dell’Anp, il partito più laico del Paese è stato rapito il 7 settembre da un gruppo di Talebani, e in un video dato ad alcune televisioni private chiede a professori e studenti di mettere pressione sul governo affinché compia dei passi per la sua liberazione.

 

Peshawar (AsiaNews) – Tutte le università della regione del Khyber  Pakhtunkhawa hanno deciso di chiudere i battenti per un periodo indefinito per fare pressione sul governo affinché si muova per liberare il vice Cancelliere del College universitario Islamia, Ajmal Khan. I membri delle facoltà, e gli studenti hanno boicottato le lezioni e hanno sfilato per strada lunedì, con fasce nere intorno al capo e scandendo slogan per la liberazione di Ajmal Khan.

In precedenza domenica scorsa l’Associazione del personale insegnante di tutte le università del Pakistan (Fapuasa) ha annunciato uno sciopero a tempo indeterminato in tutte le università della provincia per protestare contro il fatto che Ajmal Khan, e il suo autista sono ancora prigionieri.

La decisione è stata presa dopo un incontro di emergenza dell’associazione, convocato dopo che è stato reso pubblico un video di Khan, in cui chiedeva a professori e studenti di fare pressione sul governo affinché accedessero alle richieste dei rapitori. L’incontro, presieduto dal capo provinciale del Fapuasa, Mohammad Fida, ha discusso la situazione che è emersa dopo la comparsa del video, in cui i rapitori stabilivano il 20 novembre come ultima data utile per soddisfare le loro richieste. Fida ha detto che se il governo non avesse compiuto passi utili alla liberazione di Ajmal Khan la protesta delle università si sarebbe estesa a tutto il paese.

Khan è stato rapito il 7 settembre da membri del Tehrik-i-Taliban Pakistan (Ttp) mentre si recava da casa sua in ufficio. Khan è parente di Asfandyar Wali, capo dell’Anp, il partito più laico del Paese, al potere. Khan diceva nel nuovo video di essere stato prigioniero sin dal momento della sua scomparsa, e di aver chiesto al governo di agire per la sua liberazione, ma che la sua domanda non aveva trovato nessuna risposta.