Sulla Corea del Nord “WikiLeaks sbaglia tutto”
di Joseph Yun Li-sun
Una fonte di AsiaNews spiega: “Le rivelazioni del sito non dicono assolutamente nulla. Anzi, per assurdo confermano l’alleanza esistente fra Pyongyang e Pechino: se un diplomatico cinese ha parlato con un diplomatico americano, potete stare sicuri che non gli ha detto la verità”.
Seoul (AsiaNews) - Le rivelazioni del sito pirata WikiLeaks potrebbero colpire anche il rapporto pluridecennale fra la Cina e la Corea del Nord. Pechino, secondo i files pubblicati nei giorni scorsi, sarebbe infatti “pronta ad abbandonare Pyongyang” e “comincia a pensare che la penisola coreana dovrebbe essere riunificata sotto il controllo di Seoul”. Le notizie arrivano nel pieno della nuova crisi scatenata esattamente una settimana fa dal bombardamento nordcoreano di un’isola sudcoreana.
 
Una fonte coreana spiega però ad AsiaNews che “queste rivelazioni non dicono assolutamente nulla. Anzi, per assurdo confermano l’alleanza esistente e dimostrano come la Cina non sia mai sincera con gli altri governi: se un diplomatico cinese ha parlato con un diplomatico americano, potete stare sicuri che non gli ha detto la verità. E poi è impensabile che Pechino accetti i soldati americani, di stanza in Corea del Sud, ai propri confini”.
 
Tuttavia, è fuori dubbio che al momento i rapporti fra i due vicini siano molto tesi. La Cina, considerato l’unico alleato di Pyongyang, non ha formalmente condannato l’attacco e ha esortato ad una riunione di emergenza a Pechino dei negoziati a sei che, oltre alla Cina stessa, coinvolgono le due due Coree, gli Stati Uniti, la Russia e il Giappone. Ma dietro la quinte la posizione cinese verso la Corea del Nord appare ben diversa. I cinesi non vogliono perdere influenza sui coreani, che però si dimostrano sempre meno pronti a collaborare.
 
Per cercare di tenere la situazione nella maggior calma possibile, Pechino ha convocato un alto funzionario nordcoreano per una visita di cinque giorni. Choe Thae Bok, Presidente dell’Assemblea popolare suprema della Corea del Nord (il Parlamento fantoccio del regime), non ha rilasciato commenti alla stampa al suo arrivo a Pechino. Stando a quanto riferisce l’agenzia di stampa cinese Xinhua, Choe è stato invitato da Wu Bangguo, alto funzionario del partito comunista cinese, e rimarrà in Cina fino al 4 dicembre. Washington e Seoul hanno fatto pressioni su Pechino perchè usi la sua influenza su Pyongyang per allentare le tensioni nella penisola.
 
Questo modo di fare, prosegue la fonte di AsiaNews, “è indicativo: se Pechino avesse realmente deciso di abbandonare la Corea del Nord non si prenderebbe la briga di convocare funzionari del regime, per quanto alti in grado. Lo direbbe direttamente a Kim Jong-il; certo, temono anche una reazione spropositata. Ma sicuramente non sono pronti, come invece dice WikiLeaks, a vedere una penisola coreana riunita sotto il controllo di Seoul”.
 
Tuttavia, la Corea del Nord ha deciso di rilanciare. Il governo, tramite il giornale ufficiale Rodong Sinmun, ha affermato oggi di disporre di “diverse migliaia di centrifughe presso un sito di arricchimento dell’uranio utilizzato a scopi pacifici. In questo momento stiamo costruendo un reattore ad acqua leggera (...) e utilizziamo un moderno sistema per l’arricchimento dell’uranio con diverse migliaia di centrifughe”.
 
Il 12 novembre scorso uno scienziato americano, Siegfried Hecker, ha potuto visitare il sito nucleare di Yongbyon, di cui la Corea del Nord ha annunciato da poco la riapertura, dopo le sanzioni imposte dalle Nazioni Unite lo scorso anno. L’uomo, considerato un’autorità in campo nucleare, ha detto di essere “sbalordito” dall’avanzamento tecnologico della centrale in oggetto.