Asia Bibi: prosegue la battaglia per modificare la legge sulla blasfemia
di Jibran Khan
Gli avvocati dell’Alta corte chiedono all’unanimità che la legge non venga modificata, mentre studiosi islamici e cristiani propongono emendamenti o l’abolizione. La protesta dei parlamentari cristiani del Punjab. I timori per la vita della donna: 46 morti extra-giudiziali per casi di blasfemia dal 1990 al 2010.

Lahore (AsiaNews) – Continua la battaglia per modificare la legge sulla blasfemia. Ieri l’Associazione degli avvocati dell’Alta corte di Lahore ha adottato, all’unanimità, una risoluzione in cui si chiede al governo federale di non fare alcun emendamento alla sezione 295-c del Codice penale pakistano che prevede la pena di morte, o l’ergastolo, per chi è colpevole di blasfemia. L’Associazione ha dichiarato che non dovrebbe essere fatta nessuna modifica alla legge sulla blasfemia, e che il governo non deve cedere alle pressioni internazionali a questo riguardo. La risoluzione approvata afferma che i mezzi di comunicazione nazionali e internazionali e personalità eminenti hanno lanciato una campagna per obbligare il governo a modificare la legge sulla blasfemia.

Mentre si attende che l’Alta corte di Lahore fissi la data per l’udienza di appello di Asia Bibi, condannata a morte per blasfemia, crescono i timori che la donna possa restare vittima di un attentato. Un totale di 46 persone sono state uccise, in maniera illegale, dal 1990 al 2010 in seguito ad accuse di blasfemia. Le informazioni hanno rivelato che 28 degli uccisi erano cristiani. Di questi 24 sono stati uccisi in Punjab, la regione in cui abitava Asia Bibi. Oltre ai 28 cristiani, sono stati uccisi 15 musulmani, due Ahmadi e un indù. Tutte queste persone sono state o uccise fuori del carcere, in seguito ad accuse di blasfemia, o sono stati trovate morte in prigione in circostanze sospette.

Otto di queste persone sono state uccise mentre erano in custodia giudiziaria. Di loro cinque sono state uccise dalla polizia, uno ha commesso suicidio e due sono stati trovati morti in prigione senza che il motivo della loro morte sia stato accertato. Padre Abid Hahib, di Lahore, ha detto di credere che le uccisioni extra-giudiziarie sollevino il problema della sicurezza di chi è nella mani della polizia. “La Chiesa cattolica ha sempre condannato incidenti tragici di questo genere, E da lungo tempo stiamo facendo campagna per l’abolizione di queste leggi”.

Padre John Gill, osservatore responsabile per l’Asia del sud per Human Rights Watch, ha detto che il Pakistan resta un laboratorio di violazioni dei diritti umani in nome della religione se la legge sulla blasfemia non viene modificata o abolita. La Commissione nazionale di giustizia e pace è fra le organizzazioni che chiedono l’abolizione della legge sulla blasfemia. Il segretario esecutivo Peter Jacob ha detto: “In una società come il Pakistan dove le persone possono essere facilmente istigate a farsi giustizia da sé, una legge del genere dovrebbe essere abolita immediatamente”. Lo studioso islamico Javed Ahmad Ghamidi ha detto che il Corano non parla di punizioni per la blasfemia. “Parlando di queste leggi, uno deve capire la situazione in cui Zia ul Haq l’ha creata”. E ha aggiunto che la legge in vigore non è islamica.

Intanto i parlamentari cristiani del Punjab hanno effettuato una protesta silenziosa uscendo dall’aula del Parlamento perché il presidente dell’Assemblea Rana Iqbal Ahmed ha impedito loro di prendere la parola sul caso di Asia Bibi, dicendo che era un argomento “sensibile” . Ma in seguito, quando ha parlato con molta veemenza sull’argomento Ali Haider Noor Niazi of the Jamiat Ulema-e-Pakistan, un partito religioso islamico, il presidente non l’ha interrotto.

Continua la campagna di AsiaNews: salviamoasiabibi@asianews.it Fino ad oggi sono arrivate circa 7500 adesioni, via Internet o su supporto cartaceo.