Natale a Betlemme : bandita la croce dai souvenir
Per timore del fondamentalismo islamico, laboratori tessili di Hebron e Gerusalemme producono e vendono magliette e altri oggetti raffiguranti la chiesa della Natività senza croce. Discriminazioni e crisi economica costringono i cristiani a fuggire dai territori palestinesi e da Israele. Il rischio è vedere in futuro una Terra Santa senza cristiani. Intervista a Samir Qumsieh, direttore della televisione cattolica Al-Mahed Nativity Tv Station di Betlemme.

Betlemme (AsiaNews) – Questo Natale a Betlemme la croce è stata bandita dai souvenir destinati a turisti e pellegrini in Terra Santa. Alcuni laboratori tessili di Gerusalemme ed Hebron hanno iniziato a stampare e vendere magliette che raffigurano la chiesa della Natività di Betlemme senza croce. Per la crescita del fondamentalismo islamico nei territori palestinesi, la croce è stata eliminata anche dalle t-shirt delle squadre di calcio. Intervistato da AsiaNews, Samir Qumsieh, giornalista e direttore della televisione cattolica Al-Mahed Nativity Tv Station di Betlemme, afferma :  « Voglio lanciare una campagna per invitare la gente a non comprare questi prodotti – afferma - perchè la rimozione della croce è una intimidazione nei confronti dei cristiani è come affermare che Gesù non è mai stato crocifisso ».

Come ogni anno migliaia fra autorità, fedeli e turisti provenienti da tutto il mondo affolleranno la notte del 24 dicembre la Chiesa della Natività di Betlemme per la messa di mezzanotte. Essa sarà celebrata dal patriarca latino di Gerusalemme e vi parteciperanno la più alte cariche dell’Autorità palestinese.  

Qumsieh dice che la popolazione sta vivendo questi giorni con gioia, ma la situazione dei cristiani resta comunque drammatica. Secondo il giornalista, il dialogo di questi anni tra islamici, cristiani ed ebrei non ha cambiato la situazione.

« In Terra Santa – afferma Qumsieh – l’emigrazione dei cristiani è in continua crescita, anche se le autorità si rifiutano di dare numeri precisi. Ogni giorno vi sono persone che fuggono in altri Paesi . Noi cristiani viviamo in una costante sensazione di paura e incertezza e se tu vivi sempre con addosso una tensione e brutti pensieri non puoi pianificare nulla .

Secondo il giornalista « la popolazione scappa perchè non c’è lavoro e i controlli israeliani limitano gli spostamenti ». Altro fattore sono invece i problemi interni alla Palestina, come lo scontro tra Hamas e Fatah, che ha riflessi sulla situazione economica . Qumsieh sottolinea che dal 2002 al 2010 la popolazione cristiana di Betlemme  è scesa da oltre 18mila persone a 11mila. A Gaza, dopo la salita al potere di Hamas nel 2006, i cristiani sono scesi di circa 3200 unità, passando da oltre 5mila a meno di 1800 nel 2010. A Gerusalemme vivono invece solo 15400 cristiani (2% della popolazione), come riporta uno studio del  Jerusalem Institute for Israel Studies. Essi sono il 50% in meno rispetto ai 31mila registrati residenti nel 1948, quando i cristiani rappresentavano circa il 20% della popolazione della città.    

Il giornalista dice che se l’esodo andrà avanti non ci saranno più cattolici in Terra Santa e che un giorno la chiesa della Natività potrebbe essere trasformata in un museo. « Se non ci sono più cristiani in Terra Santa – afferma - non ci potranno più essere cristiani da nessuna parte ».

Intanto, in occasione delle celebrazioni per il Natale, l’esercito israeliano ha ordinato ai soldati dislocati nei territori palestinesi occupati di agevolare il passaggio dei pellegrini cristiani ai posti di blocco. Ai militari è stato anche distribuito un opuscolo che spiega l’importanza del Natale per i cristiani e invita i soldati a evitare inutili discussioni e ostacoli alle frontiere con la West Bank. (S.C.)