Vendetta di Pechino: l’orfanotrofio di mons. Jia Zhiguo rischia l’esproprio
di Wang Zhicheng
L’orfanotrofio, che dura da 20 anni, raccoglie circa 100 bambini e bambine disabili. Il governo vuole “nazionalizzarlo” e disperdere le 30 suore che curano gli orfani. È un tentativo di sminuire l’autorità morale del vescovo, che si rifiuta da sempre a iscriversi all’Associazione patriottica.
Pechino (AsiaNews) – L’orfanotrofio fondato da mons. Giulio Jia Zhiguo, vescovo sotterraneo di Zhengding, rischia di passare nelle mani del governo. L’istituzione che dura da oltre 20 anni, raccoglie un centinaio di bambini disabili che il vescovo e le suore hanno salvato dall’abbandono. L’esproprio sarebbe una vendetta delle autorità contro la resistenza del vescovo a farsi registrare nell’Associazione patriottica.
 
Mons. Jia ha raccolto il primo bambino disabile 20 anni fa: qualcuno lo aveva abbandonato davanti alla porta della sua casa. Da allora il prelato ha raccolto bambini e bambine handicappate, fondando anche un ordine di suore, una trentina, che si prendono cura di loro. L’orfanotrofio si trova a Wu Qiu (Jinzhou, Hebei) ed è molto noto in Cina e all’estero. Pur essendo una struttura illegale, è ben visto dalla popolazione, che aiuta e sostiene il vescovo in quest’opera di carità. Per questo in tutti questi anni le autorità lo hanno sopportato e lasciato crescere. Il vescovo è sempre riuscito a coprire tutte le spese dell’orfanotrofio, grazie a benefattori cinesi e stranieri.
 
Mons. Jia, 75 anni, ha passato più di 15 anni in prigione. Dal 1980, da quando è vescovo sotterraneo, subisce di continuo arresti e sequestri per mesi, durante i quali è sottoposto a sessioni politiche (lavaggi del cervello) perché accetti di sottomettersi all’Associazione patriottica (Ap).
 
Secondo informazioni diffuse dalla Kung Foundation, l’esproprio dell’orfanotrofio sarebbe una vendetta delle autorità contro la “testardaggine” del prelato nel non voler aderire all’organismo di controllo della Chiesa. Nei mesi scorsi, l’Ap ha lanciato una nuova e decisiva campagna per soffocare la Chiesa ufficiale e sotterranea, organizzando un’ordinazione episcopale senza mandato del papa e un’assemblea per eleggere i presidenti di due istituzioni che la Santa Sede giudica contrarie alla dottrina cattolica.
 
“Lo scorso dicembre – afferma la Kung Foundation – Yin, del dipartimento del Fronte unito, Guo dell segreteria politica, An dell’Ufficio affari religiosi di Jinzhou, il segretario del Partito comunista di Wu Qiu e Chen dell’Ufficio di pubblica sicurezza di Shijiazhuang hanno portato via il vescovo Jia in tre diverse occasioni. Essi hanno tentato di forzare mons. Jia a firmare un accordo con cui egli affida gli orfani al governo e disperde le trenta suore che servono all’orfanotrofio”.
 
Le personalità del partito hanno minacciato mons. Jia di portarlo via per un’ennesima “sessione politica” a lungo termine, se non firma l’accordo. In ogni caso essi gli hanno chiarito che i suoi orfani sarebbero stati presi dal governo con o senza firma.
 
Mons. Jia si è rifiutato di firmare e si è rivolto all’Ufficio centrale per gli affari religiosi a Pechino. Ma essi gli hanno risposto che un simile problema appartiene alla giurisdizione locale.
 
Osservatori pensano che la mossa del governo è un tentativo di distruggere l’autorità morale del vescovo nella popolazione e nella sua comunità.
 
La diocesi di Zhengding, a 270 km a sud di Pechino, raduna circa 110 mila fedeli della Chiesa sotterranea.