Sri Lanka, giornalisti in protesta contro il governo per chiedere giustizia
di Melani Manel Perera
A due anni dall’assassinio di Lasantha Wickramatunga, ancora nessuno è stato arrestato come responsabile. Giornalisti, politici dell’opposizione e rappresentanti della società civile puntano il dito contro l’esecutivo: “Lo Stato protegge i colpevoli”.
 Colombo (AsiaNews) – Giornalisti, politici dell’opposizione e rappresentanti della società civile chiedono al governo azioni legali contro i responsabili dell’assassinio del giornalista Lasantha Wickramatunga, e maggiori garanzie per la libertà d’espressione. La protesta si è tenuta il 18 gennaio scorso di fronte alla stazione ferroviaria di Colombo. Oltre 100 dimostranti mostravano cartelli con slogan in lingua tamil, sinhala e inglese: “Un anno dalla scomparsa di Prageeth”; “Due anni dall’assassinio di Lasantha”; “Autorizziamo l’ingiustizia”. La manifestazione è stata organizzata dall’Alliance of Media Organizations.

Ganasiri Koththigoda, presidente dello Sri Lanka Working Journalists’ Association (Slwja), ha spiegato ad AsiaNews che il mese di gennaio è molto significativo nella storia della repressione dei media. Perché “il 6 gennaio del 2009, lo studio televisivo Sirasa è stato distrutto. Due giorni dopo, l’8 gennaio, il direttore del quotidiano Sunday Leader Lasantha Wickramatunga è stato brutalmente ucciso. Ancora, il giornalista politico Prageeth Eknaligoda è scomparso il 24 gennaio 2010”.

Alla manifestazione era presente anche il politico dell’opposizione Wickramabahu Senevirathna, che ha dichiarato: “Il presidente Mahinda Rajapaksa assicura che in Sri Lanka c’è libertà d’espressione e di protesta. Ma Lasantha venne ucciso in pieno giorno, e in due anni nessuno è mai stato preso come suo possibile assassino. Questo dimostra che lo Stato protegge i colpevoli. Dobbiamo batterci contro il terrorismo di Stato. Le cose – conclude il politico – sono ben peggiori nelle aree tamil. Infatti, Lasantha è stato ucciso perché parlava della guerra contro i tamil”.