Beniño Aquino: no alla legge pro-aborto; si alla paternità responsabile
La decisione è avvenuta dopo diversi colloqui con i vescovi. In sostituzione della legge di salute riproduttiva, il presidente proporrà una nuova normativa più vicina alla sensibilità del mondo cattolico. Controllo delle nascite e metodi di contraccezione non saranno menzionati.
 Manila (AsiaNews) –  Il presidente Beniño Aquino ha annunciato che non appoggerà più la legge di salute riproduttiva, da anni oggetto di dibattiti e scontri con il mondo cattolico. La decisione è frutto della serie di colloqui con i vescovi avvenuti in questi mesi. L’approvazione della legge doveva essere discusso in questi giorni al Congresso e sarà rimandata in data da destinarsi.

Lo scorso 19 gennaio, il presidente aveva già affermato di voler includere nella proposta di legge le modifiche concordate insieme ai rappresentanti della Chiesa cattolica. P. Mariani, missionario del Pime a Zamboanga (Mindanao) afferma ad AsiaNews che Aquino, in sostituzione della contestata legge giudicata pro-aborto, darà il via a una nuova normativa focalizzata sulla responsabilità del genitore (Responsible Parenthood ). Il disegno di legge non sarà incentrato sul controllo del tasso di natalità e non menzionerà in modo esplicito metodi artificiali di contraccezione. Essi saranno però a disposizione della famiglie più povere che ne faranno richiesta.   

P. Mariani sottolinea che la scelta di Aquino è frutto dei numerosi colloqui avuti in questi mesi con i vescovi. Secondo il sacerdote anche i prelati hanno fatto un passo indietro. Lo scorso 23 gennaio il card. Gaudencio Rosales, arcivescovo di Manila, ha infatti affermato che “la morale non può essere legiferata”, sottolineando che ogni persona ha il diritto di decidere cosa è bene per sé. Per p. Mariani, queste dichiarazioni rappresentano una chiamata a un maggiore impegno pastorale dei cattolici, volto alla testimonianza dei valori cristiani tra la popolazione, senza ridurre il loro impegno pro-life alla produzione di una legge.  

Il dibattito sulla Reproductive Health è in corso da quattro anni. La legge rifiuta l’aborto clinico, ma promuove un programma di pianificazione familiare, che invita le coppie a non avere più di due figli, ma di fatto sanziona il personale medico e funzionari che si oppongono e  favorisce la sterilizzazione volontaria. Chiesa e associazioni cattoliche sostengono invece il Natural Family Programme (Nfp), che mira ha diffondere tra la popolazione una cultura di responsabilità e amore basata sui valori cristiani. (S.C.)