Kathmandu: Sì ai cimiteri cristiani e musulmani. Protestano gli indù
di Kalpit Parajuli
Il terreno per i defunti è situato in una foresta nei pressi del tempio indù di Pashupatinath a Kathmandu. Per gli estremisti l’area è sacra. La decisione del governo avviene dopo anni di diatribe e scontri con la comunità indù restia a concedere spazi alle altre fedi. Spesso cristiani e musulmani sono stati costretti a seppellire più morti nella stessa tomba.
 Kathmandu (AsiaNews) – Il governo del Nepal consente a cristiani, musulmani e Baha’i della capitale di seppellire i propri morti nella foresta di Sleshmantak presso il tempio indù di Pashupatinath. La decisione ha scatenato le proteste dei fondamentalisti indù, che considerano la foresta parte integrante dell’area sacra del tempio.

Gli indù cremano i loro morti e non costruiscono cimiteri. In questi ultimi anni Kathmandu ha subito una grande speculazione edilizia. Ciò ha limitato la disponibilità di terreni liberi e ridotto le aree un tempo destinate ai cimiteri per cristiani, musulmani e Baha’i, spesso costretti a seppellire più cadaveri nella stessa tomba. 

Narayan Sharma, vescovo protestante del Nepal, afferma: "Noi non siamo in torto. Abbiamo fatto secondo la decisione del governo. Gli indù devono essere consapevoli dei diritti delle altre religioni". Secondo la Federazione cristiana del Nepal  nell’area di Sleshmantak vi sono già 200 pietre tombali. Per ogni tomba i cristiani hanno pagato dai 6 ai 10 euro.  

Nonostante le proteste degli indù, Minendra Rijal, Ministro della cultura, sottolinea che dopo secoli di monarchia indù “il Paese ora è laico e tutti anche gli indù devono prendere in considerazione le necessità delle altre religioni”.