Il governo del Karnataka si dichiara “innocente” per le violenze contro i cristiani
di Nirmala Carvalho
Le autorità sarebbero estranee agli attacchi alle chiese del 2008. Il Global Council of Indian Christians considera la nota di parte, e denuncia invece la disparità di trattamento tra cristiani e indù coinvolti nei disordini.
 New Delhi (AsiaNews) – Né il governo né la polizia possono essere ritenuti responsabili degli attacchi contro le chiese in Karnataka del 2008. È quanto si legge nella relazione della Justice Commission, presieduta dall’ex giudice BK Somasekhara, consegnata questa mattina. Tuttavia Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), respinge la relazione bollandola come “di parte”, un tentativo di ripulire l’immagine di un governo da molti ritenuto complice dei disordini del 2008.

Nel settembre di quell’anno, ci sono stati 112 casi di violenze in 29 distretti del Karnataka. Nei primi giorni a Bangalore, la chiesa del Santo Nome di Gesù era stata assalita da vandali, che hanno sfigurato una statua della Madonna lanciandovi contro delle pietre. Sempre a Bangalore, la chiesa di S. Giacomo era stata saccheggiata: i vandali hanno dissacrato le specie eucaristiche e danneggiato mobili e panche.

La commissione aveva aperto la sua inchiesta nell’ottobre 2008, su ordine del governo. Da allora ha tenuto diverse sedute a Mangalore, Bangalore, Davangere e Udupi, durante le quali ha raccolto un totale di 1.500 petizioni e incontrato 34 avvocati.

“I cristiani in Karnataka” spiega Sajan George, “sono stati attaccati con una certa regolarità e senza ritegno sin dal maggio 2008, quando il Bjp [Bharatiya Janata Party – il partito nazional-conservatore indù, ndr] è salito al potere. Per la comunità è una questione di grande preoccupazione”.

Negli ultimi due anni, per il Karnataka, il Gcic ha registrato circa 133 attacchi contro i cristiani, dei quali 72 avvenuti nel solo 2009. Almeno 200 giovani cristiani, per lo più uomini e donne, si trovano a rispondere di false accuse per i disordini del 2008. Invece gli estremisti indù continuano a restare impuniti, o a essere scagionati senza reali motivazioni.