Gli incontri fra le due Coree, un segno della disperazione di Pyongyang
di Joseph Yun Li-sun
I colonnelli dei due eserciti si sono incontrati oggi nella zona demilitarizzata per mettere a punto un incontro a livello ministeriale. Una fonte dice ad AsiaNews: “Pyongyang è sull’orlo del collasso, abbiamo paura che il ‘terzo Kim’ voglia imporsi con altra violenza”.
Panmunjom (AsiaNews) – I dialoghi militari fra le due Coree, ripresi oggi nella zona demilitarizzata che separa i Paesi, “sono soltanto un modo per prendere tempo, utile a entrambe le parti. Seoul non vuole trovarsi costretta a fare veramente la guerra a Pyongyang, che a sua volta deve dare segnali di ragionevolezza se vuole tornare nelle grazie della Cina. Quel che è certo è che l’iniziativa è saldamente in mano a Kim Jong-il: il suo erede, Jong-un, è stato avventato nei mesi scorsi e il padre vuole evitare altri exploit”. È il commento rilasciato oggi ad AsiaNews da una fonte nordcoreana, anonima per motivi di sicurezza.

I colloqui militari “tra i colonnelli dei due eserciti” si sono sviluppati in due differenti sessioni alla “Peace House” di Panmunjom: la prima è durata poco meno di un’ora, mentre della seconda non si hanno ancora notizie. Secondo Kim Min-seok, portavoce del ministero della Difesa sudcoreano, le delegazioni hanno avuto un primo contatto dopo mesi di forti tensioni con l’ultimo episodio del 23 novembre scorso, in cui l’artiglieria di Pyongyang ha bombardato l’isola di Yeonpyeong causando quattro vittime, di cui due civili.

Il confronto “tra colonnelli” ha lo scopo di finalizzare gli elementi come luogo, data e agenda di discussione per i faccia a faccia di alto livello, possibilmente tra ministri della difesa. Nel frattempo, il ministero della Difesa sudcoreano ha messo in chiaro che non ci sarebbe stato alcun accordo senza scuse e “misure appropriate” di Pyongyang per gli eventi di Yeonpyeong e per il siluramento (attribuito al Nord) della corvetta Cheonan dello scorso marzo, costato la vita a 46 marinai.

Secondo la fonte di AsiaNews, “le misure appropriate sono pronte per essere mostrate. Si tratta in pratica di allontanare dal tavolo dei colloqui il delfino Kim Jong-un, considerato l’ispiratore dei due attacchi militari che hanno innalzato la tensione fra i Paesi in maniera enorme. La Corea del Nord è in una situazione disperata e non può che scendere a patti: il timore, però, è che il ‘Terzo Kim’ non ascolti ragioni e voglia imporsi con la violenza”.