Sinuiju: centinaia di nord-coreani contro la polizia, morti e feriti
Le violenze sono avvenute il 18 febbraio, ma la notizia è trapelata solo ieri. A causare gli scontri l’intervento dei militari per sedare una protesta. Il regime mantiene uno stretto controllo e blocca le comunicazioni con l’esterno. La censura impedisce il dilagare della protesta, come sta avvenendo in Nord Africa e nei Paesi arabi.
Seoul (AsiaNews) – Centinaia di nord-coreani si sono scontrati con le forze di sicurezza nella cittadina di Sinuiju, al confine con la Cina. Il fatto è avvenuto il 18 febbraio scorso, ma la notizia è trapelata solo ieri. La repressione operata dai militari del regime di Kim Jong-il avrebbe provocato feriti e, forse, quattro o cinque morti, anche se non si hanno conferme. Le rivolte sono causate dal peggioramento progressivo delle condizioni economiche, come confermava ieri una fonte di AsiaNews. Tuttavia, lo stretto controllo esercitato dalla dittatura e la mancanza di media “liberi” come internet, annulla possibili rivolte popolari sulla scia dei Paesi arabi e del Nord Africa.
 
Fonti nord-coreane a Sinuiju, citate dal quotidiano sud-coreano Chosun Ilbo, spiegano che il 18 febbraio scorso la polizia è intervenuta per sedare una protesta al mercato cittadino. La rivolta è scoppiata al termine delle celebrazioni per il compleanno del dittatore nord-coreano Kim Jong-il; la repressione delle forze dell’ordine ha causato il ferimento di un cittadino, che ha perso i sensi. Alla protesta dei familiari si sono unite centinaia di persone, dando vita a violenti scontri che hanno causato diversi feriti e – ma non vi sono conferme – quattro o cinque vittime.
 
La polizia ha mantenuto lo stato di allerta nella zona, interrompendo le comunicazioni. Una fonte nord-coreana spiega che “dal 15 febbraio ho difficoltà a comunicare col mio contatto a Sinuiju. Ho provato a chiamarlo a un orario pre-stabilito, ma il cellulare era spento”. Mentre le proteste del 18 febbraio sono state causate dalla rivolta al mercato, continua la fonte, emerge sempre più evidente il malcontento fra la popolazione nord-coreana, stanca della dittatura della famiglia Kim e della cronica mancanza di cibo.
 
Personalità coreane contattate ieri da AsiaNews spiegavano che è evidente “il peggioramento delle condizioni economiche della nazione”, cui si unisce “il cambiamento al vertice, con la successione al ‘trono’ di Pyongyang di Kim Jong-un”. Il giovane Kim è “temutissimo dalla popolazione, che lo considera un folle sanguinario” ed è per questo che “i nord-coreani sono pronti a tutto pur di bloccare la successione”.
 
Tuttavia è difficile che possano divampare imponenti manifestazioni di piazza, come sta avvenendo in Nord Africa o in alcuni Paesi arabi. Il regime nord-coreano mantiene uno stretto controllo sulle informazioni provenienti dall’esterno, mentre internet e i telefoni cellulari restano un privilegio appannaggio di pochi, l’uno o due percento della popolazione.