Forse un migliaio gli uccisi a Tripoli all’uscita della moschea
Secondo alcune fonti almeno 30-50 mila persone hanno manifestato ieri contro Gheddafi. Le sue truppe hanno usato mitragliatrici per disperdere la folla. La delegazione libica all’Onu di Ginevra abbandona il dittatore e si schiera con l’opposizione.
Tripoli (AsiaNews/Agenzie) – La prima rivolta avvenuta a Tripoli ieri potrebbe aver provocato l’uccisione di un migliaio di dimostranti. Secondo fonti di Middle East Transparent (Met), vicino alla piazza Verde della capitale libica sono stati uccisi “forse più di 1000 e centinaia di feriti”. Diverse agenzie, tivu satellitari e giornali parlando solo di qualche morto e ferito, ma ammettono che è difficile tenere il conto e forse anche verificare.
 
Quella di ieri è stata la prima massiccia rivolta nella capitale, dopo che l’est e il nordovest del Paese sono caduti nelle mani dei ribelli, che vogliono replicare la fine della dittatura libica dopo le rivoluzioni in Tunisia e in Egitto.
 
Secondo le fonti di Met, ieri vi sono state “molte dimostrazioni nei quartieri di Tripoli, al-Siyahiyya, Fashloum, Zawiyat al-Dahmani, bin Ashour e Janzour”. I soldati di Gheddafi che controllavano tutte le strade hanno sparato e vi sono stati “cinque o sei uccisi per ogni quartiere”. Ma il fatto più terribile è avvenuto a Tajouraa, nella zona est, dove la gente ha assistito alla preghiera e poi ha organizzato una manifestazione verso la Piazza Verde, dove si sono dati appuntamento i cortei dei diversi quartieri, fino a raggiungere la cifra di 30-50 mila.  “Arrivati a Souk al-Jumaa, le brigate di Gheddafi hanno aperto il fuoco con le mitragliatrici… Non vi sono cifre esatte. Forse sono stati uccisi più di mille e migliaia feriti”.
 
Intanto il sostegno a Gheddafi continua a sbriciolarsi. La delegazione libica alle Nazioni Unite a Ginevra ha annunciato ieri che dava le dimissioni e si alleava con l’opposizione. Diversi ambasciatori in tutto il mondo, come pure alcuni ministri nel Paese hanno abbandonato il regime. Anche un cugino di Gheddafi, Ahmed Gadhaf al-Dam ha cercato rifugio in Egitto.