Pechino cancella conferenza sui diritti dei lavoratori

Pechino (AsiaNews/Agenzie) –La Cina ha annullato un incontro internazionale che la prossima settimana doveva discutere sul problema del rispetto dei diritti dei lavoratori. Al seminario, organizzato in collaborazione con l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), dovevano partecipare oltre 80 rappresentanti di governi, sindacati e uomini d'affari da più di 30 paesi. I partecipanti dovevano discutere su alcune linee guida da applicare in Cina per elevare le condizioni di lavoro e incoraggiare investimenti con responsabilità sociali.

Pechino ha cancellato l'incontro, annullando i visti ai partecipanti stranieri a causa di "tempi inopportuni"; più probabile che il governo non gradisca nella capitale sindacalisti stranieri che parlano sui diritti degli operai, standard di sicurezza e sanità, lavoro minorile e discriminazione. Secondo il presidente del Consiglio dei sindacati della Nuova Zelanda l'accaduto dimostra che la Cina "non vuole nemmeno discutere" i parametri lavorativi.

Ieri, il portavoce del  ministero degli Esteri cinese, Zhang Qiyue ha detto che Pechino "partecipa attivamente" alle discussioni sui diritti dei lavoratori e che "le accuse sono totalmente infondate".

La Cina è ormai il più grande e competitivo produttore di beni a bassa e media tecnologia e quasi ogni multinazionale ha almeno una sede nel paese. Rappresentanti dei sindacati internazionali sostengono che la globalizzazione abbracciata dalla Cina deve riguardare anche i diritti dei lavoratori.

Il sindacato governativo unico, retaggio dell'economia comunista cinese, non lotta per gli operai schiacciati da un'economia sempre più capitalista. Le autorità proibiscono la nascita di sindacati liberi. Regole sui minimi salariali, gli orari di lavoro, standard sanitari e di sicurezza sono spesso infrante. A causa di questo, aumentano le tensioni sociali: ogni giorno si verificano dimostrazioni, disordini e scontri con le forze dell'ordine. Spesso sono piccoli episodi a scatenare la violenza della gente, esasperata dalla corruzione del governo, tasse inique, licenziamenti, lavoro non retribuito e povertà.

Di recente Pechino sembra voler dare agli operai un'immagine più amica; il premier Wen Jiabao, ha promesso di prendere in considerazione i problemi della sicurezza sul lavoro e dei salari non pagati, che affliggono decine di milioni di cinesi.