Assassinio di Shahbaz Bhatti: tre giorni di lutto e di sciopero della Chiesa pakistana
di Jibran Khan
I vescovi sottolineano il “profondo dolore” per la perdita di un “uomo di Stato” che si è battuto per il dialogo interreligioso e contro la legge sulla blasfemia. Al lutto aderisce anche la Chiesa anglicana. Il presidente pakistano e la PML-N condannano l’assassinio. Cristiani in preghiera davanti alla casa del ministro, intonano slogan e canti.
Islamabad (AsiaNews) – Centinaia di cristiani si stanno radunando davanti alla casa di Shahbaz Batthi, il ministro per le Minoranze assassinato ieri a sangue freddo da un gruppo di talebani pakistani. La Chiesa cattolica pakistana ha annunciato tre giorni di lutto e di sciopero, per protestare contro l’uccisione dello statista. In una dichiarazione pubblica la Conferenza episcopale sottolinea il “profondo dolore” per la perdita di un “patriottico uomo di Stato”, che si è sempre battuto per “l’armonia interconfessionale”. All’iniziativa ha aderito anche il vescovo anglicano di Lahore, Alexander John Malik, che condanna senza mezzi termini l’omicidio. Condoglianze sono state espresse pure dal presidente pakistano Asif Ali Zardari e dai leader della Pakistan Muslim League-Nawaz (PML-N).
 
I cristiani sono ancora sotto shock per la brutale esecuzione di Shahbaz Bhatti, primo cattolico e parlamentare ad aver assunto la carica di ministro federale. Egli si è battuto a difesa della libertà religiosa e, insieme a Salman Taseer – anch’egli ucciso a sangue freddo dai fondamentalisti – ha difeso la causa di Asia Bibi, la 45enne madre cristiana condannata a morte per blasfemia.
 
Intanto monta la polemica sull’apparato di sicurezza predisposto a protezione del ministro. Il capo della polizia di Islamabad respinge le accuse, sottolineando che è stato lo stesso Bhatti a non volere la scorta fin dentro casa. Secondo la versione ufficiale, il ministro avrebbe disposto che gli uomini addetti alla protezione dovessero aspettarlo ogni giorno presso il suo ufficio. L’esecuzione, con 30 colpi da arma da fuoco, è avvenuta per strada, mentre si recava al lavoro.
 
Per i tre giorni di lutto e di protesta annunciati dalla Chiesa, tutti gli istituti, le scuole, le attività dei cattolici resteranno chiuse a partire da oggi. La serrata sarà contraddistinta da momenti di preghiera e digiuno. Nel frattempo le centinaia di persone – soprattutto cristiani radunate attorno alla casa di Bhatti, situata nel settore I-8/3 di Islamabad, hanno intonato slogan e canti fra cui “Bhatti, il tuo sangue è l’inizio di una nuova rivoluzione … Continueremo la tua battaglia per la revisione della legge sulla blasfemia”. Alle giornate di lutto e preghiera ha aderito anche la Chiesa anglicana pakistana, come confermato dal vescovo di Lahore Alexander John Malik. Anche il presidente pakistano Asif Ali Zardari e i leader della Pakistan Muslim League-Nawaz (PML-N) hanno espresso il loro biasimo per il brutale omicidio.
 
Nella dichiarazione ufficiale, a firma dell’arcivescovo di Lahore mons. Lawrence John Saldanha, la Conferenza episcopale esprime “profondo dolore” per la morte di Bhatti, che sottolinea con maggiore urgenza “il problema di proteggere le minoranze religiose, la vita e la libertà”. I prelati invitano il governo “ad andare oltre la retorica” sui diritti per tutti e a “intraprendere passi concreti” per sradicare l’estremismo in Pakistan. Il presidente dei vescovi esprime “solidarietà alla famiglia” e condanna senza mezzi termini “gli abusi commessi in nome della religione” nel Paese.